Nessuno, la scorsa estate, avrebbe scommesso un euro su un allenatore che molti davano per quasi “bollito”, e che si accingeva, sotto lo scettiscismo generale, a compiere una nuova intrigante sfida in terra inglese. E nessuno avrebbe pensato che una squadra che la stagione precedente si era salvata all’ultimo respiro avesse potuto stupire tutti.

Beh, signori, questa compagine ha compiuto un autentico miracolo sportivo: il Leicester si è oggi laureato Campione d’Inghilterra! Decisivo, dopo il pareggio degli uomini di Ranieri contro il Manchester United nella giornata di ieri, quello del Tottenham (2-2) contro il Chelsea.

Un cammino entusiasmante quello dei “Foxes”, che hanno comandato la Premier League per tutto il campionato, riuscendo a non cadere mai. Merito di un allenatore capace di trovare il rispetto dell’intera squadra, di farsi eleggere a condottiero, e di ottenere il massimo da un gruppo che mai si è risparmiato, attingendo a tutte le proprie energie.

La favola dell’ex operaio Vardy, l’algerino Mahrez premiato giocatore dell’anno della Premier, il riscatto di numerosi interpreti troppo sottovalutati. E un pubblico che giornata dopo giornata si è dimostrato il dodicesimo uomo in campo, sospingendo i propri beniamini verso un traguardo inaspettato.

La rivincita verso i milioni portati dagli emiri, i pianti di gioia di una città intera e dello stesso Ranieri, e la testimonianza che le favole possono ancora esserci.

Chissà, ma a noi sardi lo scudetto del Leicester ricorda quello del Cagliari del ‘69/70: un allenatore galantuomo (Scopigno prima e Ranieri ora), un bomber (all’epoca Riva, adesso Vardy), una squadra che corre fino al triplice fischio, la compattezza tra i reparti, un “patto” di fiducia tra il tecnico e i suoi ragazzi, un sogno realizzato.

Complimenti di cuore, Claudio: ora goditi, a 64 anni, il primo scudetto della tua carriera. Te lo sei proprio meritato!