Restano cinque, le gare che separano il Cagliari di Walter Mazzarri da quello che sarà l'esito di questo campionato: salvezza o retrocessione. Dei 15 punti in palio a disposizione, non è possibile tuttavia fare alcun pronostico. Almeno per due motivi.
Il primo, è che risulta impossibile leggere le gesta di una squadra dai mille volti e senza un filo conduttore di risultati. Il secondo, è che alla fine del campionato tutto è possibile, come ogni stagione.
Ciò che ne deriva saranno partite da dove, se giocate alla morte, si potrà trarre quel punticino che manca per staccare definitivamente Genoa e Venezia, dirette concorrenti.
Ovviamente nel calderone, conterà sia il risultato di un Cagliari in fuga, sia gli eventuali passi falsi degli inseguitori. Il punto, è che andranno sfruttati a proprio vantaggio, sia in termini di classifica, che in termini psicologici.
Per dirla tutta: se si vincesse a Sassuolo, e Genoa e Venezia perdessero rispettivamente contro Milan e Fiorentina, sarebbe ben diverso che tornare sconfitti dall'Emilia e magari venire agganciati anche da solo una di queste due, in caso di loro vittoria.
Tenere ancora per qualche turno la “distanza psicologica” da chi insegue, regalerebbe ad un Cagliari giovane e immaturo, il giusto margine di sicurezza per futuri scivoloni che, realisticamente, potrebbero arrivare.
Certamente, viste come si son messe le cose, l'unico sussulto possibile rimane quello del batticuore legato ai risultati e alla matematica, da qui fino alla fine. Con un occhio, come detto, a Genoa e Venezia.
Lo stesso Mazzarri ha detto “il nostro campionato inizia contro il Sassuolo”. Il che fa intendere quanto impegnativa risulti la situazione e quanto poco spazio ci sia per finezze, divertimento e spettacolo.
Come nelle meno romantiche delle storie infatti, ciò che conta sono i punti. A prescindere da prestazione, gioco o sottigliezze. E anche, va rimarcato, sperare nel capitombolo di chi annaspa un pelino più del Cagliari, nei bassifondi del campionato.
Tutto è ancora rigorosamente in gioco, e guai a mollare la presa. In fondo, così come nelle stagioni recenti, se per salvarsi bastano cinque gare, bastano anche per dimenticare un intera annata con enormi ombre e pochissime luci.
Tanto basta per dire, che la piazza in caso di salvezza non esiterà ad allestire il giusto carro. Certamente non dei vincitori, forse dei reduci.
Ma comunque resta un dovere per chi indossa la maglia,tentare di salirci.