Se costruire una salvezza non fosse roba per stomaci forti, l'ultima gara del Cagliari avrebbe fiaccato metà spogliatoio e fatto venire il mal di testa ad un Mazzarri privo di Joao Pedro e Pavoletti.
Perché se il tuo avversario si chiama Atalanta e lo devi affrontare nel suo tempio, tecnica e tattica non bastano. Serve molto di più. E a sto giro, i rossoblù ce lo hanno messo.
Una vittoria impronosticabile alla vigilia, inaspettata, e per questo bellissima. Tre punti pesantissimi per la classifica. Un blitz in piena regola e con il massimo del bottino portato a casa. Insomma, la partita perfetta.
Un successo impossibile per una salvezza possibile. Questo è (forse più di tutti) l'insegnamento che deve lasciare il match contro la Dea.
Dove al di là di assenze pesanti, si è riusciti con il giusto piglio, a far si che le cose andassero verso un inerzia tale, da portarsi l'intera posta a casa resistendo fino all'ultimo secondo.
Merito di Pereiro e compagni certo, ma anche di un Mazzarri che ci ha messo del suo, azzeccando modulo, cambi, uomini, e tipo di mentalità.
La stessa, che ha trasmesso ai suoi ragazzi da qualche tempo e che si è vista, ad esempio, nella folle corsa sfrenata di Gaston verso la vetrata del settore ospiti, dopo il secondo gol pieno di entusiasmo.
In fondo serviva questo: fame, agonismo, orgoglio. Tutti ingredienti mai futili, se lotti come un pazzo per non retrocedere.
Ora servirà calibrare questo approccio anche in futuro, ricordando che “volere è potere”. Anche in emergenza di uomini da schierare, titolarissimi squalificati, o pezzi da novanta fermi ai box per infortunio.
Chiunque scenda in campo, giovani compresi, deve fare la sua parte e portare alla causa il giusto apporto tecnico e di carisma e follia (quella sana) fino alla fine del campionato.
Così come ha detto Mazzarri nel post gara, “non abbiamo fatto ancora niente”. Significa che steccando la prossima gara in casa contro l' Empoli, si rischia di vanificare tutto e tornare nell'oblio.
Meglio invece insidiare le tre squadre sotto macinando punti, e far vacillare quelle appena sopra con risultati e prestazioni da fiato sul collo. Solo così, considerando le partite in meno delle dirette concorrenti, non si perderà terreno.
Criticare quando serve, ma lodare quando è giusto. E a Bergamo, il Cagliari ha meritato complimenti e applausi. Avanti così, perché la bassa classifica è un postaccio, da lasciare il prima possibile.