Se il pareggio contro il Sassuolo è stato il viatico per una scommessa in cui il Cagliari poteva giocarsi le chance di risalire la china, quello contro i campani è stato l'ennesima conferma della fragilità della squadra di Mazzarri.
Non è bastato giocare in casa, andare in vantaggio, affrontare una neo promossa.
Basterebbe questo per rendersi conto che i rossoblu, non sono nulla di più dei punti che hanno in classifica.
E chi si appella al fatto che i nomi in rosa, potenzialmente sono da squadra da (minimo) metà classifica, deve fare i conti con la dura realtà di ciò che dice il campo e accantonare figurine e fantacalcio.
Ora nei singoli, ora nel collettivo, ora in chi siede in panchina, gli errori si susseguono in un turbine di pochezza di prestazioni ma di molteplici alibi nei post gara.
Sta di fatto che le giornate passano, il campionato va avanti, ed il Cagliari è sempre più invischiato in una lotta per non retrocedere che – se non arrivano punti le prossime due giornate – potrebbe rischiare di durare pochissimo e sancire la retrocessione con larghissimo anticipo.
Le occasioni mancate sono note, così come i punti persi per strada. Se quelli contro le squadre di blasone ci possono anche stare, quelli con le dirette concorrenti sono “delitti”, usando le parole di Mazzarri.
Con chi si pretende dunque di fare punti d'ora in avanti, visto che le dirette concorrenti sono già state affrontate?
Il lento logoramento gara dopo gara, non fa altro che abbassare il morale di una piazza snervata da stagioni tutte più o meno simili: sofferenza all'inizio, svolta dopo gennaio, e salvezza in extremis alle ultime giornate.
Solo che quest'anno il buio totale è iniziato presto e sta durando troppo, il mercato invernale è ancora lontano, e si occupa l'ultimo posto da svariate settimane.
I parametri per una crisi di nervi interna al club ci sono tutti.
Le voci di sfuriate negli spogliatoi, diserzioni dallo stadio del presidente, ritiri pre gara più o meno “punitivi”, sono solo quello che è dato sapere. Immaginarsi quello che non si conosce.
Ad oggi per salvarsi mancano (ipoteticamente) una trentina di punti. Il minimo sindacale per raggiungere una quota verosimilmente utile a non scendere in B. Naturalmente, considerando anche il percorso delle altre candidare alla retrocessione e la loro classifica.
Solo una vittoria con la Salernitana, avrebbe legittimato il punto di Sassuolo. Così non è successo ed il punto in Emilia viene depotenziato dai due persi contro i granata.
Nessuno scatto d'orgoglio, nessuno step in classifica. Si vive alla giornata prendendo schiaffi da tutti, dentro e fuori dal campo.
Tra risultati pessimi e contestazione dei tifosi, il vero miracolo ad oggi, è forse riuscire a presentarsi in campo senza che i nervi cedano prima, e la testa non regga le pressioni.