Eppure gli ingredienti per far bene con i viola, sulla carta c’erano tutti.
Dopo la vittoria interna contro la Samp infatti (iniezione di fiducia per tanti) rimettersi in carreggiata nei confronti di quest’andazzo altalenante, pareva la cosa più scontata.
Morale alto, ambiente col sorriso e tre maledetti punti, potevano dare alla squadra quell’inerzia positiva che, con una settimana per preparare la gara, facesse da terreno fertile per un cambio di rotta deciso e repentino.
Invece no. Tutto sbagliato, tutto da rifare.
I rossoblù a Firenze perdono 3-0 e restano al tappeto.
Ci fosse tempo per analisi, mea culpa o rivoluzioni tattiche, le sirene d’allarme non suonerebbero.
Sta di fatto che mercoledi, in Sardegna sbarca la Roma di José Mourinho. E con un Cagliari così, smarrito e fragile, fare la parte di vittima sacrificale, è quasi una profezia che si auto avvera.
C’è da raccogliere in fretta i cocci di un gruppo col morale basso e l’autostima sotto i tacchetti delle scarpe.
Il pericolo si divide in due filoni: il poco tempo, e il cocktail micidiale di vibrazioni negative che, dopo una sconfitta, non aiutano certo a crescere di fiducia se il prossimo avversario si chiama A.S. Roma e ti mette pressione già dal sottopassaggio.
E’ un che Cagliari naviga a vista, a fari spenti nella notte.
Non bastano né i tiepidi sorrisi dopo una vittoria “scacciacrisi”, ne i buoni propositi del parafulmine di turno alla guida tecnica, in questo caso Mazzarri.
La realtà, è che si tende a vivacchiare, a stare a galla. A speculare su un andamento altalenante che a fasi alterne ora concede, ora priva, ma se non si è fortemente centrati, presenterà sicuramente il conto.
I nodi prima o poi vengono al pettine. E il suggerimento di correggere le criticità spesso, è rimasto all’angolo come un disco rotto che nessuno ascolta da svariate stagioni.
Si prosegue così dunque. Con tiepidissimi sorrisi, e in un caos calmo tale per cui, la tempesta che potrebbe succederli, fa tremare i polsi.
Non tanto diversamente peraltro, da come il Cagliari di Giulini fa da svariate stagioni.
Dove a tre mesi dalla fine, il pericolo di retrocedere diventa il “brivido della vita”, e la bagarre salvezza “la montagna russa”del tifoso del Cagliari che trova emozioni solo le ultime 10 gare.
Per chi piace, si continui in questo solco.