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Cagliari, a che punto sei?

Cosa va, cosa non va, e cosa aspettarsi: il bilancio complessivo alla seconda sosta di campionato

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7 gare giocate, 3 vittorie, 3 sconfitte, 1 pareggio e 10 punti che valgono l'undicesimo posto in classifica. Sono questi i numeri del Cagliari alla seconda sosta stagionale.

Il gruppo di mister Di Francesco, sempre meno cantiere e sempre più squadra, dei 21 punti totali a disposizione, ne ha portato a casa quasi la metà, macinando gioco e rispecchiando (in parte) il credo del tecnico pescarese di un calcio votato all'attacco.

A che punto di forma sia la squadra isolana ad oggi,lo si può fare analizzando tre macro temi: cosa va, cosa (ancora) non va, e cosa aspettarsi dal futuro.

Cosa va - Sicuramente tra le cose positive, un aspetto da registrare è la spiccata vena realizzativa di un Cagliari che produce tanto in attacco rispetto al passato. Dopo 7 gare, sono infatti 14 le reti realizzate (2 in media a partita), così come è sotto gli occhi di tutti il buon rendimento di uomini chiave nella rosa rossoblu come Joao Pedro, Simeone, Rog, Nandez e Sottil.

Altro aspetto positivo è il costante miglioramento nel correggere i match in base alla lettura di quali soluzioni mettere in atto per portarsi a casa la partita. Tutto ciò avviene con sufficiente continuità (al netto degli errori) sia in casa che fuori, e manifesta la maturità di un Cagliari propositivo che non teme di esprimersi anche lontano dalla Sardegna Arena, cosa che in passate stagioni era un vero tabù.

Cosa non va - Troppi gol subiti. Dopo 7 turni sono ben 15 e fanno la media di (2,14 a partita). Davvero troppi anche per una squadra che comunque (visti i numeri) riesce a bilanciare il passivo grazie ai suoi pupilli in attacco. La Serie A alla lunga, non concede questo tipo di lusso e abituarsi a subire meno in difesa sarà probabilmente il metro di giudizio per misurare la vera crescita e compattezza di tutta la squadra, portiere compreso.

Tra gli aspetti che ancora non vanno, la pur sempre massiccia dose di poco cinismo. I punti di Bologna, ad esempio, gridano ancora vendetta per come stava andando la partita e per quanto ad oggi, avrebbero fatto comodo in classifica.

Un pizzico di cattiveria in più in certi frangenti, come sottolineato dallo stesso tecnico, darà davvero contezza oltre che di abitudine al blitz esterno, di tutto il lavoro settimanale non andato vano (come al Dall'Ara) dove per pochi attimi di disattenzione nella chiusura di tre tiri da fuori, son sfumati tre punti d'oro e una settimana di fatica “inutile” ad Asseminello.

Cosa aspettarsi - L'arrivo della sosta dopo una vittoria è sicuramente quanto di meglio si potesse auspicare. Due settimane di “luna di miele” prima del confronto con la Juve, probabilmente aiuteranno a preparare la trasferta di Torino in un clima psicologico favorevole.

Detto che in casa dei bianconeri il grado di difficoltà non ha bisogno di presentazioni, è vero anche che il Cagliari ci arriva con gran parte del lavoro svolto.

Aver battuto la Samp infatti, significa volare a Torino e giocarsela consapevoli di non avere precedenti da rimproverarsi, avendo centrato in casa quello che alla vigilia conto i liguri era (almeno sulla carta), il solo risultato utile per potersi presentare a Torino senza nulla da perdere.

 

Ingrediente spesso utile in certe gare, assieme all'imponderabilità del calcio. Dove nel pre-partita non parti certo favorito (e questo è il caso), ma la mente è sgombra e la palla rotonda.

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