34-36; 53-58. Letti così parrebbero numeri insignificanti. Tradotti, invece, acquistano importanza.
Due anni fa, nello sfortunato campionato che culminò con la retrocessione, dopo 28 giornate il Cagliari aveva segnato 34 reti, subendone 53, e si collocava al terzultimo posto, a quota 21 punti, con appena 4 successi conquistati. Nella stagione in corso, nonostante i rossoblù abbiano una posizione di classifica decisamente più tranquilla (quindicesimo posto con 31 punti, a +16 dal Palermo terzultimo), i numeri non sono poi tanto diversi: i gol siglati sono 36 (un terzo di essi marcati da Borriello) e quelli subiti ben 58, che ne fanno la seconda peggior difesa del torneo, dopo il Pescara.
Una conferma, se non ve ne fosse stato bisogno, che il livello della Serie A sta abbassandosi notevolmente, con una quota salvezza ai minimi storici.
Ma la compagine sarda, nonostante un rapporto gol fatti/subiti in linea con quello di due anni fa, sta decisamente meglio, avendo concentrato le goleade incassate in sei match e, soprattutto, avendo vinto 9 gare, 7 in casa e 2 in trasferta, garantendosi la quasi certezza della permanenza nella categoria. Niente male per una neopromossa, che ha capito che valga più portare a casa il bottino pieno che avere buoni numeri.