Scorrono inesorabili le settimane, gli incontri in Prefettura si succedono e le aperture lasciano spazio a ulteriori rinvii. La burocrazia sarda, quella la si conosce bene, e mai come in questi ultimi anni ha fatto emergere tutte le proprie sfaccettature, alcune non ancora nitide.
A farne le spese è stato il Cagliari, insieme ai suoi tifosi, costretti a emigrare a Trieste, costretti ad essere risvegliati dopo poco tempo dal sogno Is Arenas, e riaccolti dentro un rudere quale è il Sant’Elia.
Lo stadio nel quale la società rossoblù è stata nuovamente ospitata quest’anno, ma che non accenna ad essere completato, resta al centro delle chiacchiere, diventate oramai all’ordine del giorno. I contenziosi tra Cellino e la Clarin Tribune sono dinnanzi agli occhi di tutti, e non è più il caso di parlarne. Se ne occuperà chi di dovere nelle apposite sedi.
L’attenzione sulla problematicità che necessita di una rapida soluzione è stata portata dal giornalista dell’Unione Sarda Ivan Paone, il quale, attraverso il proprio profilo Facebook, ha voluto avvisare gli organi competenti delle prospettive che di qui a breve potrebbero aprirsi:
“Anche questa settimana niente commissione provinciale per l'apertura dello stadio Sant'Elia. Tanto per intenderci, se a giugno permarrà questa situazione, la Figc non concederà alcuna deroga e il Cagliari sarà costretto a iscriversi a Trieste. Tic tac, il tempo scorre inesorabile”.
Un chiaro avvertimento, quello di Paone. Vedremo se, alla luce di questi continui appelli, si troveranno immediate soluzioni.
Sperare è quanto mai lecito, anche se, probabilmente, in altre realtà la “questione Sant’Elia” sarebbe stata, solamente, una comune faccenda quotidiana.