Il celebre adagio “Chi si accontenta gode” dev’essere particolarmente diffuso a Verona e dintorni. O almeno così parrebbe ascoltando i commenti post gara del giovane ed educatissimo tecnico del Chievo, Eugenio Corini:
“E' stata una partita molto tattica contro una squadra molto forte e valida qualitativamente. Le due squadre si sono annullate giocando una gara attenta tatticamente come spesso accade in Serie A. Venivamo da due sconfitte, mentre loro da sei risultati utili consecutivi, e per noi questa partita e questo punto valgono molto per costruire qualcosa di importante, perché bisogna sempre pensare da dove si partiva”.
Fin qui tutto nella norma, sebbene la partita abbia dato pochi spunti dal punto di vista tecnico e tattico e, soprattutto, abbia evidenziato una superiorità generale degli uomini di Lopez sull’undici gialloblù, perlomeno per quanto concerne la voglia di fare la gara e di creare gioco. Ma quando il tecnico passa ad analizzare con la lente d’ingrandimento la partita del Bentegodi mostra, probabilmente, una visione un po’ troppo “partigiana”:
“Loro a parte il rigore non hanno mai tirato in porta o costruito azioni pericolose, mentre noi abbiamo creato almeno tre occasioni per segnare”.
È vero, il calcio è bello proprio per il fatto che ognuno lo vede a modo suo.
Ma stavolta noi sentiamo di dissentire dal pur sempre impeccabile ed educatissimo Corini, il quale – forse anche in funzione dell’alto valore che fin da ieri ha riconosciuto alla squadra rossoblù – ha voluto legittimamente difendere la prestazione dei suoi. Ma si sa, ogni scarrafone è bell’a mamma sua!