In Italia è un’amara realtà il fatto che i giovani trovino difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro, e il calcio non fa di certo eccezione, tutt’altro: sono sempre meno gli Under 21 che trovano spazi degni di nota nei campi di Serie A.
Nicola Murru è una mosca bianca in questo senso, per fortuna sua e del Cagliari. Ma a certi livelli non si arriva per caso: ci vogliono doti fisiche e tecniche, certo, ma non bastano solo quelle. Ancor più importante è l’aspetto mentale: avere la testa attaccata alle spalle e saper imparare dagli errori sono qualità parimenti necessarie per sfondare.
E Nicola sembra proprio averle. Ecco pensieri e parole del terzino rossoblù nientemeno che alla Gazzetta dello Sport a proposito dell’episodio che gli è costato il “castigo” imposto dal codice etico della Federazione:
“Una fesseria che ho pagato cara. In Russia siamo usciti dopo la partita, dovevamo essere in ritiro entro mezzanotte. Abbiamo fatto tardi. Sono stato stupido, se si arriva alla maglia azzurra si deve essere al top, anche quando ti hanno eliminato e si torna a casa per le vacanze. Se fai parte di Casa Italia devi avere la testa giusta. Ho letto il Codice etico. Ha fatto bene la Federazione a punirmi”.
Murru, può quindi mettere da parte il passato e concentrarsi sull’immediato presente e sul futuro prossimo, che si chiama esordio nell’Under 21 oggi pomeriggio nell’amichevole contro la B Italia (che è in corso di svolgimento mentre vi scriviamo), grazie anche ai consigli di due compagni ben più esperti di lui:
“Ho incontrato il ct Di Biagio, mi ha detto di stare tranquillo. Se mi viene data la possibilità, devo dimostrare quel che valgo. Non mi aspettavo la chiamata. La Nazionale è il sogno di tutti. Conti e Cossu mi hanno suggerito di non pensarci e concentrarmi sul lavoro”.
Chiusura, infine, con un pensiero dedicato al suo club d’appartenenza, pensiero che dimostra tutto l’attaccamento alla maglia rossoblù del giovane giocatore sardo:
“Tifo Cagliari, se gioca Danilo sono contento per lui e penso a far cambiare idea a Lopez. Il bene della squadra è quel che conta”.