Nella gara contro la Juve si è visto un Cagliari nuovo e un Cagliari classico. Con le assenze di Godin, Nandez e Lykogiannis Di Francesco ha optato per una linea difensiva a tre, dimostrandosi ancora una volta meno integralista di quel che si pensa e cercando di adattarsi al tipo di avversario.
Poi, nella ripresa, sotto di due, con l'ingresso si Sottil si è tornati al modulo standard, che va avanti da diverse giornate: il 4-2-3-1. Dal bilancio delle due frazioni di gioco si è notato che la seconda veste si addice di più ai rossoblu, ma anche la prima, inedita, non è da scartare.
Il vantaggio di schierare una difesa a tre, con lo schema tattico che diventava una sorta di 3-4-2-1 in fase offensiva, è che l'ossatura della squadra si fa più solida, con i centrali che fanno blocco unito, e questo può aiutare il Cagliari, una squadra che tante volte presenta evidenti lacune nelle retrovie, a trovare una soluzione ai troppi gol presi. Il centrocampo poi diventa più folto e a seconda di chi si ha davanti si pareggia il numero di uomini nella zona nevralgica del rettangolo verde, non rischiando dunque di scoprirsi eccessivamente. Inoltre il doppio trequartista dietro l'unica punta garantisce più supporto se arriva l'intesa giusta.
Quando però si incrociano club che puntano sulle fasce e, soprattutto, che dispongono di esterni veloci e rapidi, si potrebbe andare incontro a delle difficoltà. Inoltre Godin, come dimostrato con l'Inter la passata stagione, non è abituato a giocare a tre, e se si vuole costruire la difesa intorno al leader uruguagio bisogna metterlo nelle condizioni migliori possibili.
La linea a tre poi va interpretata bene ovviamente, perché se i giocatori non sono in grado di leggere bene le situazioni di gioco, si potrebbe avere un effetto di "appiattimento". Ovvero, se si viene pressati alti e non si sa uscire bene col pallone, si rischia di difendersi costantemente a cinque uomini, e quindi di esser troppo piatti e passivi in fase di costruzione.
Ecco allora che magari potrebbe essere meglio proseguire con il 4-2-3-1, anche se la strada è ancora lunga. Davanti i gol sono sempre arrivati, chiedere pure alla premiata ditta Joao-Simeone, 5 gol a testa finora. Inoltre è nata l'accoppiata Nandez-Zappa nella catena di destra, che al momento funziona alla grande. Gli esterni sono esaltati da questo modulo, vedi Sottil, Ounas e lo stesso Nandez. Ma anche Lykogiannis ha avuto notevoli benefici.
Si prendono ancora troppe reti però, come detto, e a questo bisogna trovare al più presto una soluzione. Non convince poi ancora del tutto il compito dei due mediani, Rog e Marin, che non hanno trovato ancora il giusto compromesso tattico. Non sono adatti per caratterisitche a fare da cerniera in mezzo al campo: il croato recupera palloni, è vero, ma è una mezzala pura con predisposizione offensiva. Il rumeno invece è un trequartista in teoria, o una sorta di regista alto. Dovranno adattarsi in fretta.
Ora il Cagliari ha scoperto che può fare affidamento su entrambi i moduli, che la difesa a tre non è da accantonare, ma che al di là degli schemi, che alla fine si sviluppano in campo, bisogna trovare l'equilibrio ideale.