Si è visto il Cagliari di Zenga. Ma solo per un'ora. Poi, il vento è cambiato, e la barca ha rischiato di rovesciarsi. Ma per 60 minuti i rossoblu hanno giocato un calcio degno della prima parte di stagione, quando i sardi volavano sulle ali dell'entusiasmo sognando l'Europa.
Dal fischio d'inizio fino alla sostituzione di Nainggolan, l'uomo in più degli isolani, il Cagliari ha fatto vedere lampi di gran calcio, come nel secondo gol di Simeone. Rispetto alle prime due gare post lockdown, il gioco è sembrato molto più fluido e veloce, merito anche del ritorno del Ninja che ha preso sin da subito le redini della squadra.
Finalmente si è iniziata a notare la mano dell'allenatore, portatore di un calcio offensivo. E infatti per un'ora i rossoblu hanno tenuto il pallino del gioco passando in vantaggio dopo neanche un quarto d'ora, indovinando immediatamente l'approccio giusto. È stato un Cagliari verticale, dove Nainggolan si occupava della manovra insieme a Rog, le corsie venivano ampiamente sfruttate e la palla circolava velocemente.
Si sono viste anche belle triangolazioni tra i centrocampisti, con un uomo sempre libero, il più delle volte Nandez, che si involava sulla catena di destra per crossare. Il Torino non è stato irresistibile, questo va detto, ma il demerito dei granata è giustificato dalla prestazione dei sardi.
Ancora una volta, Nainggolan si è rivelato il tuttocampista per eccellenza, e ha saputo rimpiazzare alla grande Cigarini nel ruolo di regista. Il gioco di Zenga però non passa solo dai singoli o dalla manovra, ma anche dalla mentalità . Il Cagliari ha sempre tenuto alta l'asticella per un'ora, e il Toro è stato domato senza troppi problemi. Inoltre, la mossa di inserire un attaccante (Ragatzu) per un altro (Joao Pedro) sul 4-2 significa non rinunciare all'offensività anche quando sei abbastanza tranquillo di portare a casa i tre punti, e allo stesso tempo dare un forte segnale alla squadra: non è permesso mollare.
La nota storta è stata però il calo dopo l'uscita di Nainggolan, che dimostra quanto i sardi siano Ninja-dipendenti. Bisognerà studiare una tattica per risolvere questo problema, comprensibile ma non giustificabile.
Ora Zenga & Co. si godono il secondo successo di fila consapevoli che oltre la vittoria è arrivato anche il gioco, da confermare contro il Bologna alla prossima. La salvezza, intanto, è sempre più vicina.