Non segnerà caterve di gol, non sarà dal punto di vista realizzativo al livello di Pavoletti, ma Giovanni Simeone può sicuramente dire la sua nel contesto Cagliari, perché l'utilizzo del Cholito da parte di Maran è stato fondamentale sin da subito, e non tanto per i numeri sotto porta, ma per l'aspetto tattico.
Il modulo del Cagliari, il 4-3-1-2, è di fatto un albero di Natale, perché Joao Pedro, che non è una vera seconda punta, scala sulla trequarti per dare una mano a Nainggolan, lasciando Simeone davanti. In questo modo, con due giocatori già posizionati tra le linee, l'ex Viola può fare quello che gli riesce meglio, ovvero attaccare la profondità. Così facendo, tenendo impegnata la difesa avversaria, crea lo spazio per i centrocampisti che si inseriscono per ricevere palla, e tiene costantemente viva una linea di passaggio verticale che possono utilizzare sia i centrali del Cagliari che Cigarini per imbeccare all'improvviso il numero 99, mentre l'altra squadra sale per fare il fuorigioco, ignara che verrà presa in mezzo.
Oltre a questo aspetto determinante, non bisogna dimenticare la grossa mano data in fase di non possesso, quando il Cholito è il primo ad andare in pressing sui portatori avversari, seguito dalla mezzala di turno che chiude gli spazi di ricezione. Per un centravanti come Simeone, il sacrificio è una delle qualità principali, e può essere perdonato se qualche volta non è lucido sotto porta, sebbene anche in questo stia migliorando. L'assist per Oliva contro l'Atalanta ne è una dimostrazione lampante, perché il più delle volte da quella posizione avrebbe cercato lo specchio, ma stavolta guarda in mezzo e fa la scelta giusta.
Infine, c'è da sottolineare l'ottima intesa con il compagno di reparto brasiliano, che ai tempi in cui c'era Pavoloso faticava a decollare. È anche grazie alla vicinanza con Simeone se Joao Pedro a novembre è già a una sola rete dal proprio record di gol stagionali (7). I due sudamericani parlano la stessa lingua in campo, con uno che viene incontro alla palla e l'altro che scappa in avanti, con sincronismi perfetti.
Più che uomo gol dunque, è da considerarsi un vero uomo squadra, che attraverso il lavoro sporco e le qualità tattiche sta facendo rendere questo Cagliari a livelli insperati.