Il Cagliari vuole riprendere la sua marcia in campionato con gli occhi fissi sull’obiettivo salvezza. La compagine guidata da Rolando Maran avrà come avversario nel Boxing Day (con inizio previsto per le ore 15.00) alla Sardegna Arena il Genoa di Cesare Prandelli.
I sardi, padroni di casa dell’incontro, sono reduci dalla sconfitta per 3-1 in trasferta contro la Lazio, mentre i liguri hanno battuto tra le mura amiche l’Atalanta per 3-1.
Vediamo quali sono le filosofie tattiche dei due allenatori in vista della partita in programma mercoledì pomeriggio.
Il 4-4-2 diamond di Maran: Aumentare gradualmente il distacco da chi insegue, mettendosi in una posizione tranquilla di classifica con l’orizzonte verso la salvezza. In vista del match contro il Genoa, il tecnico del Cagliari non cambierà modulo, utilizzando il 4-1-2-1-2 (o 4-4-2 diamond), modulo che può essere interpretato come un 4-4-2 reinventato e rivisitato, con il centrocampo schierato a diamante.
I vertici di quest’ultimo sono formati da due giocatori dalle caratteristiche opposte: uno in posizione bassa o davanti alla difesa (Bradaric) e uno in posizione alta o avanzata (Barella), libero di svariare su tutto il fronte offensivo.
Nei vertici laterali della mediana, si suole utilizzare giocatori che sono più propensi a difendere e che sappiano effettuare entrambe le fasi di gioco (Faragò e Ionita). La disposizione a diamante permette di avere superiorità numerica in posizione centrale e nella retroguardia, lasciando relativa libertà al trequartista (Barella) di agire tra le linee.
Davanti al portiere (Cragno), vengono schierati 4 difensori: i 2 laterali – uno a destra (Srna) e uno a sinistra (Padoin o Pajac) hanno compiti di spinta e di copertura preventiva quando il pallone è in possesso degli avversari.
Il discorso è differente per quanto concerne i difensori centrali. Generalmente, come già sottolineato più volte nella nostra lavagna tattica, nel 4-1-2-1-2 vengono utilizzati due difensori forti fisicamente, capaci di contrastare gli avanti avversari nel gioco aereo e di mantenere la posizione.
Per il Genoa, con ogni probabilità Maran seguirà questo concetto generale del suo 4-4-2 diamond ma cambiando i suoi aspetti specifici, puntando più precisamente su due centrali che siano entrambi abili nell’impostazione e nella marcatura (Romagna e Ceppitelli).
L’attacco, infine, è composto da un centravanti che faccia salire la squadra giocando di sponda e che mantenga alto il baricentro della sua squadra (Pavoletti) e da una seconda punta (Joao Pedro) che inizialmente parte sulla stessa linea dell’altro attaccante ma che, grazie al suo movimento a prendere palla, può trasformare il modulo dal 4-3-1-2 al 4-3-2-1.
Il 3-5-2 del Genoa di Prandelli: Gli allenatori passano dalla parte rossoblu della Lanterna ma il modulo rimane lo stesso. Nessuna rivoluzione, quindi, nemmeno per Prandelli, che però ha subito dato la sua impronta in termini di grinta e determinazione sul terreno di gioco e contro qualunque avversario, facendo uscire gradualmente il Grifone dalla crisi.
L’allenatore di Orzinuovi ha confermato in queste sue prime uscite da tecnico del Genoa il 3-5-2 e sembra intenzionato a riproporlo anche contro il Cagliari alla Sardegna Arena. Tatticamente parlando, nel 3-5-2 ricoprono un ruolo di grande importanza i laterali di centrocampo, detti anche tornanti o esterni (Romulo e Lazovic).
Il loro contributo deve essere fondamentale in entrambe le fasi di gioco (difensiva e offensiva). Davanti al portiere (Radu), la retroguardia si compone di tre elementi. Questi ultimi possono essere tutti difensori centrali, con i primi due dediti alla marcatura a uomo (Biraschi e Criscito), mentre il terzo (Romero) agisce come libero ed è chiamato chiudere l’eventuale diagonale (in alternativa la disposizione della difesa a 3 in questo modulo può essere effettuata anche con la presenza di un centrale di ruolo affiancato da due laterali). Per quanto concerne la mediana, il giocatore davanti alla retroguardia può avere caratteristiche diverse.
Nel nostro caso, Prandelli ultimamente predilige un centrocampista dotato di intelligenza tattica in grado di dettare i tempi (Miguel Veloso) piuttosto che uno utile in fase di copertura e di recupero palla (Sandro). Sugli interni, nel 3-5-2 generalmente si propende per giocatori veloci, bravi nel dribbling e negli inserimenti nonché abili nel tiro da fuori (Bessa e Hiljemark).
In attacco, le due punte (Kouamè e Piatek) si dispongono l’una nella stessa linea dell’altra (la disposizione diventa verticale in caso di utilizzo della variante tattica più diretta del 3-5-2, ovvero il 3-5-1-1).