Dal macrocosmo al microcosmo. Ieri al Sant’Elia è andata in scena la versione compattata in 90’ del campionato del Cagliari. Una squadra che si è trovata di fronte un Livorno che non è più il Livorno di un tempo, non ha Protti e Lucarelli e non va certo a mille (un po’ come la B non è quella di un decennio fa). Ha dimostrato di poter ammazzare la partita in scioltezza, di poterla dominare, come fatto col campionato. Poi ha staccato la spina.
Senza apparenti spiegazioni, perché farsi recuperare due gol dalla penultima in classifica in casa è francamente difficilmente motivabile. Poi ci pensi un attimo e capisci, capisci che il Cagliari ormai ha finito il campionato, sta andando avanti di inerzia, con la forza di chi, nel deserto, ha l’oasi a due passi ma è troppo stanco per raggiungerla. Inutile ormai parlare delle prossime partite e di tentare un miglioramento in extremis, perché non ci sarà. Ormai bisogna solo trascinarsi con la grinta e il sudore e tentare di agguantare la matematica promozione il più in fretta possibile. La fortuna ha voluto che dietro dormono, e quindi l’obiettivo sarà raggiunto. Non oso immaginare come sarebbero potuti andare eventuali play-off.
Trovo però piuttosto inutile pensare a come questa squadra possa affrontare la Serie A, e al relativo negativismo di chi esclama frasi come “se si fatica in B, figuriamoci in A”. Ogni campionato ha una storia a sé, e non è assolutamente ovvio che chi fatica in cadetteria sia destinato l’anno dopo ad un fallimento nella massima categoria. Va infatti sottolineato che il Cagliari giocherà con ben altre pressioni e motivazioni, senza nessun “obbligo morale” di dover andare a giganteggiare in qualsiasi campo e senza remore nel chiudersi in difesa, se necessario. A questo si aggiungeranno anche gli arrivi (che saranno numerosi e dovranno essere di qualità).
Il tutto mentre a Crotone le piazze esplodevano per la conquista della prima, storica, promozione del club in A. Una promozione strameritata per un gruppo meraviglioso e per un allenatore, Juric, che appreso appieno gli insegnamenti del suo mentore Gasperini regalando un gioco vivace e sempre propositivo al suo Crotone, che dalla lotta salvezza si è ritrovato in Serie A, lanciando autentici gioielli come Budimir o Ricci.
Festeggiamenti che saranno decisamente più contenuti a Cagliari, ma ci saranno. Sarà un po’ come organizzare un party senza musica, e non perché non si possano disturbare i vicini. Solo perché d’accordo la festa, ma c’è davvero poca voglia di ballare.