Ormai il discorso non è più quanto questo Cagliari sia forte, ma quanto lo sia in confronto alle altre.
Ieri i rossoblù hanno suonato l'ottava sinfonia in casa, si sono riportati a quattro punti dalla concorrenza e hanno rinforzato la consapevolezza di essere un pesce fuor d'acqua in questa serie B. I sardi si trovano nella stessa situazione di quando ti presenti in giacca e cravatta alla serata con gli amici e loro hanno scelto un paio di jeans ed una t-Shirt. Ti ritrovi ad essere talmente elegante, talmente bello da essere quasi a disagio. Ti chiedi cosa tu ci faccia in quel posto, e ti accorgi che c'è un luogo, non troppo distante, in cui son vestiti tutti come te. È lì che vorresti essere, e in cuor tuo sai che ci arriverai. La gente chiama quel posto "Serie A".
La nota più bella però non è tanto l'8-0 in casa, in stile Golden State degli Splash Brothers, e non è nemmeno il primato ben saldo. Perché in tutto ciò non c'è molto di nuovo, è da inizio campionato che i rossoblù vincono: ma adesso, oltre che a vincere, i sardi stanno iniziando a convincere. Il primo tempo è stato l'Expo della forza e del potenziale di questa squadra, che è scesa in campo con l'atteggiamento di chi vuol mettere in chiaro le cose simili da subito. È infatti i sardi son andati negli spogliatoi al fin primo tempo con due reti di vantaggio sull'Ascoli.
E certo i bianconeri non sono di certo l'Ascoli di Bierhoff, ma la superiorità del Cagliari è stata abbastanza grande da poter vantare i meriti dei rossoblù più che sottolineare i demeriti degli ospiti. Che ci hanno anche provato, perlomeno nella ripresa, ma per non farsi mancare nulla i sardi hanno tra i pali un portierino niente male: tale Marco Storari, segnatevi questo nome perché sentirete parlare di lui. Marcone, quello che l'anno scorso parava in allenamento i tiri di Tevez e Morata, il leader dello spogliatoio dei vice Campioni d'Europa, tanto per capirci. Ecco, ieri ha deciso che l'Ascoli non doveva segnare, ha preso le chiavi, chiuso la porta e mi dispiace per chi arriva e troverà sbarrato, riprovi altrove.
Altrove ma non al Sant'Elia, lo stadio in cui l'anno scorso non si riusciva a vincere nemmeno contro i Pulcini del Pergocrema. Quest'anno si è trasformato in un fortino inespugnabile, in una passerella dove ogni due settimane sfila la più bella del campionato.
Ci sarà ancora da soffrire tantissimo, ma di certo è più comodo farlo in testa al campionato. Anche perché poi dovranno soffrire anche le altre contendenti, mica solo i rossoblù, e lo dovranno fare ancor di più nel guardare questo Cagliari in tutta la sua forza dominatrice. Parafrasando una vecchia citazione di Federico Buffa, l'onnipotenza logora chi non ce l'ha.