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Premio Oscar al miglior film

L'analisi del match contro il Trapani

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Ho sempre pensato che un applauso fosse molto più di un battito di mani. Le mani si battono anche quando si caccia una mosca, anche quando si vuole esprimere disappunto. Un applauso è ben altro. Non sono due mani che si incontrano, ma sono sentimenti che si salutano e si guardano compiaciuti, sono la realizzazione di qualcosa, un punto di arrivo, la fine di una corsa. E il bello è che basterebbero due mani. Ma a volte ci si supera, e capita di vedere migliaia di persone applaudire insieme. Uno segue l'altro, quasi non potendo fare a meno di farlo, travolto dalle passioni che quel gesto porta con sè. Ed è musica, ed è subito magia.

Ieri il Cagliari ha abbandonato il campo tra gli applausi scroscianti di un pubblico che ha assistito ad uno spettacolo da Oscar al miglior film. Facile trovare il miglior attore protagonista: Diego Farias from Sorocaba, Brasile. E vedendolo saltare uomini con la facilità di Arsenio Lupin che ruba la merenda a un bambino, proprio mentre mandava al bar la difesa del Trapani  senza neanche offrire loro pasta e cappuccino venivano in mente tante, troppe frasi, pronunciate neanche troppo tempo fa. "Giocatore indisponente, non si impegna, non segna".

Ora, se così fosse, non oso immaginare cosa potrebbe fare impegnandosi. Inoltre, a rigor di logica e citando i numeri della passata stagione, non mi sembra che un esterno (come giocava l'anno scorso) che segna otto gol stagionali sia uno che segna poco, specie se ricordiamo che nella squadra del campionato passato avrebbe fatto fatica a segnare pure quel Lionel residente a Barcellona. Ad ogni modo quel ragazzo indisponente che non segnava mai è per ora capocannoniere della Serie B, tanto per gradire. Non male per un trequartista. 

Assegno invece con piacere il premio di miglior attore non protagonista al 21enne Nicola Murru. Sia chiaro, non ha giocato alla Paolo Maldini e non merita nemmeno un otto in pagella, ma sicuramente il ragazzo ha disputato un'ottima gara. E specifichiamo, fare avanti e indietro per 90' sulla fascia con sulla schiena il peso delle critiche non è semplice. Va trascinato, bisogna pensare a correre e non al fatto di avere il peso, il carico, e ieri Nicola ha svolto questo compito egregiamente e con umiltà. Con questo ingrediente da solo non si diventa né Roberto Carlos né Gianluca Zambrotta, ma si possono comunque fare grandissime cose. Se poi aggiungiamo che Murru ha anche talento, allora è lecito sperare che il ragazzo continui così, con l'atteggiamento avuto ieri, e son sicuro che i fischi presto diventeranno quella variante del battito di mani che si usa chiamare applauso.

E poi le migliori comparse. Verrebbe da dire "finalmente" per l'esordio in questo campionato per il baby Barella, che non ha avuto modo di mettersi granchè in luce ma che è stato schierato da Rastelli nelle vesti del trequartista. Dunque nuovo Conti o nuovo Cossu?

Ma non ha sicuramente mal figurato nemmeno Tello, una Ferrarelle con le bollicine che in pochi minuti ha dimostrato di avere numeri non da poco per la sua età. 

Ora la testa va subito alla prossima partita, ravvicinata per via del turno infrasettimanale. Bisogna acquistare continuità e far sì che questa vittoria sia solo l'inizio. Molti dicono che dopo ogni salita c'è una discesa, e in effetti spesso quest'anno per il Cagliari è stato così. Ma poi studiando geografia si scopre che si può sempre salire sinché non tocchi l'Everest, ma anche in quel caso, ben pensandoci, basterebbe salire su un aereo per far sembrare quella cima bassa ed insignificante.

E allora saliamo, e chi soffre di vertigini non guardi in basso ma continui a scalare.

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