A nemmeno 24 ore dallo scoccare del gong che ha decretato la chiusura di un turbolento calciomercato, il Cagliari è dovuto scendere in campo. E l’avversario era uno dei più temibili: la Fiorentina.
Sembrava una autentica maledizione, quella che imperversava da alcune giornate sui rossoblù. Dopo le grandi prestazioni, con lo 0 nella voce “punti ottenuti”, contro Juventus, Atalanta e Milan, è finalmente arrivata la vittoria scaccia-crisi.
La squadra ha interpretato la gara in maniera impeccabile: reparti molto vicini l’uno con l’altro, pressing asfissiante e ripartenze repentine, sono state le ricette che hanno abbattuto la formazione gigliata, incapace di ragionare.
Era da tanto che non si vedeva Pinilla correre in questo modo, aiutare i compagni in copertura, dare il la alle azioni rossoblù ed essere anche colui il quale le concludeva. E, al momento della sostituzione, si è guadagnato gli applausi scroscianti del (misero) pubblico del Sant’Elia.
Menzionare i singoli, però, sarebbe un errore. Il plauso va a tutti gli attori, dai giocatori al mister, dai dirigenti a, soprattutto, i tifosi, che mai hanno smesso di cantare durante il match e hanno sospinto la squadra verso la conquista dei tre punti.
Negli scorsi giorni è successo di tutto, e anche i più ottimisti avrebbero pensato a un quanto mai scontato contraccolpo per la squadra rossoblù. Ma, invece, nonostante le vicende societarie, con Cellino che ha acquisito il 75% del Leeds United, nonostante le partenze illustri di gennaio (su tutte quella di Nainggolan), e nonostante la girandola di portieri, non è mai andata perduta la compattezza.
È proprio il gruppo, infatti, il segreto di questa entusiasmante vittoria. Un gruppo di veri amici, capaci di darsi la carica nelle vittorie, ma ancor più di sostenersi nei momenti di difficoltà.
E, finalmente, quello che può senza alcun dubbio essere definito il “mese nero” del Cagliari, si è concluso, e febbraio è cominciato nel migliore dei modi. Ma attenzione a tenere sempre alta la concentrazione.
Una cosa però, è certa: niente ci fa più paura. Siamo stati più forti del calciomercato, più forti della burocrazia, più forti delle vicende societarie.
Il vero Cagliari non morirà facilmente, soprattutto se a sostenerlo continueranno ad esserci questi splendidi tifosi, per i quali l’amore per i colori rossoblù è qualcosa che scorre nelle vene, e va oltre il puro e semplice “tifo”.