Nessuna scala è infinita. Arriva un momento in cui non puoi continuare a salire ad oltranza, devi fermarti, guardarti le spalle e anche se vorresti continuare ad andar su non puoi, perché la scala è finita.
Il Cagliari ci aveva preso gusto, dopo tre risultati utili consecutivi tutti aspettavano il quarto, per continuare ad issarsi nelle zone tranquille della classifica. Siamo chiari, se i rossoblù ieri fossero usciti con un punto da Bergamo nessuno avrebbe gridato allo scandalo e non sarebbe stato un furto neanche strappare una vittoria. Tutto secondo la logica sino al 94', il match andava verso un salomonico pareggio. Solo che il calcio non è logico, non è scientifico. Il calcio è strano.
Ed accade che quel ragazzotto là , quel bomber mezzo pazzo con la maglia numero 51, quel cileno che entusiasmava la curva sarda sino a pochi mesi fa, si ricordi di avere nel DNA numeri da fenomeno, si ricordi che se solo avesse usato più la testa oggi sarebbe un autentico fuoriclasse e interrompa la scala del Cagliari. Non ad un minuto qualsiasi, ovviamente, sennò che gusto ci sarebbe? Facciamolo all'ultimo minuto. Facciamolo senza esultare, perché certi amori non si possono dimenticare.
Ed il gol del grande ex ha lasciato gli isolani con la bocca asciutta. Ma "il risultato è casuale, la prestazione no", diceva un signore boemo abbastanza conosciuto da queste parti. E Zola ha diversi motivi per sorridere nonostante l'amarissima sconfitta. Innanzitutto, aldilà del gol, Dessena è un giocatore ritrovato.
Molto probabile che sia tornato in Sardegna di corsa, perché al momento appare difficile immaginare il centrocampista che cammina o, peggio, che stia fermo: corsa, quantità , qualità ed anche un gol, proprio Magic Box non poteva chiedere di più a Daniele, capitano per la seconda volta. Non fa più notizia Donsah, che continua a sfoderare grandi prestazioni, mentre se solo non avesse subito il gol nel finale oggi avremmo nel calendario San Zeljko da Novi Sad. Il portierone serbo si è trasformato in un muro per tutta la durata della gara, salvo dover cedere, incolpevole, a Pinigol nel recupero.
Passi indietro invece per Sau, che deve ritrovare la condizione dei giorni migliori, e Ceppitelli, che sembra essersi un po' smarrito. Comunque è stata una buona prestazione di gruppo, considerando le assenze pesantissime di Ekdal e Rossettini.
E considerando anche che non si può sempre vincere, la scala ad un certo punto finisce, sempre. O quasi. Già , perché a volte non lo fa e ti porta in paradiso, come successe 45 anni fa. Era la stagione 1969-70.