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La luce c'è... basta solo cercarla

L'analisi del match contro l'Udinese

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Durante un'eclissi solare il sole, la luna e la Terra si trovano perfettamente allineati nell'ordine citato. In questo modo la luna fa da schermo impedendo alla luce solare di giungere al nostro Pianeta, causando un improvviso stato di buio totale, indipendentemente dall'ora del giorno in cui l'evento si verifica. Ciò non vuol dire che la luce non ci sia, è solamente nascosta, coperta, c'è ma non si vede. E quindi black out, tenebre: un minuto prima vedi tutto, poi il niente. A Udine è arrivata la prima eclissi della storia che ha colpito solo una squadra, il Cagliari. I rossoblù hanno visto svanire il giorno tra le 16:12 e le 16:13 di ieri, quando in 90 secondi Allan e Thereau si sono frapposti tra i sardi e il sole, sprofondandoli nell'oscurità. Poi ci ha pensato un signore chiamato Avelar a trasformare il tiro dagli undici metri e scacciare la notte che si era impossessata della compagine isolana.

A rendere un po' meno dolce la soddisfazione di questo pareggio acciuffato in extremis i risultati positivi di quasi tutte le concorrenti: il Cagliari al momento si trova a due punti dalla zona salvezza. Tuttavia questo punticino portato a casa con i denti vale tantissimo. Innanzitutto per tenersi al passo delle squadre che là davanti non hanno intenzione di aspettare i rossoblù, ma soprattutto a livello di testa: i sardi vengono da 4 punti nelle ultime due gare ed ottenere un risultato in zona Cesarini porta sempre tante energie mentali. Inoltre il match di ieri ha offerto spunti interessanti. Joao Pedro, da quando sta giocando sulla trequarti, si sta rivelando un giocatore davvero interessante, dimostrando che il calciatore indisponente e inadeguato visto in precedenza non era altro che il suo fratello scarso. Bisogna credere fortemente nel brasiliano, che a soli 22 anni ha ampi margini di miglioramento.

Balza agli occhi come, con Crisetig impiegato nel ruolo di centrocampista con licenza di creare, il Cagliari ottenga risultati decisamente superiori rispetto a quando il giovane viene impiegato da mezz'ala al fianco di Conti. Si potrebbe aprire una disputa su chi sia più forte o adatto tra i due a giocare da titolare e probabilmente uscirebbe un bel dibattito. I nostalgici conservatori vorrebbero affidare le chiavi del centrocampo a chi, per 15 anni, ha spesso portato avanti la carretta. I progressisti sono dell'idea che il capitano va ringraziato, lodato, stimato, ma che, dati alla mano, con Crisetig i rossoblù rendono decisamente di più. Aldilà del confronto tra i due, una cosa è certa: i due non sono fatti per giocare insieme a braccetto, finiscono per pestarsi i piedi e impiegare il giovane del vivaio dell'Inter defilato è davvero uno spreco al suo talento: la sua casa è la cabina di regia.

Ma se vogliamo parlare di giovani e di talenti non possiamo non citare quel ragazzotto ghanese di 18 anni che porta la maglia numero 30. Muscoli, grinta, qualità nel tocco, un cambio di passo straordinario: Donsah è il prototipo del centrocampista moderno, il degno erede di Nainggolan. A mio avviso Godfred può diventare molto più forte del belga: sta bruciando le tappe, fa cose che il Ninja alla sua età si sognava e nel nostro campionato, ma anche in tutto il panorama calcistico europeo, è difficile trovare un 1996 così forte e maturo.

Sono piccole certezze che si stanno accumulando e che portano a sperare in un girone di ritorno di livello da parte dei sardi. Magari con l'aiuto dei nuovi acquisti già arrivati, che devono inserirsi, e di quelli che potrebbero arrivare (Gilardino? Fiamozzi?). Soprattutto, bisognerà stare attenti a cali di concentrazione. Scongiurare il buio, evitare l'eclissi. O se arriva, accendere la luce, che in fondo c'è sempre, solo che a volte non si vede.

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