Il Cagliari esce dallo scontro diretto contro il Verona con un punto e la sensazione di aver sprecato un’occasione. Già, perché la partita contro gli scaligeri era una di quelle che “valeva doppio” in ottica salvezza, andava vinta per assicurarsi il sorpasso sugli avversari e minarne il morale. Così non è stato, perciò i rossoblù si ritrovano a 27 lunghezze - alla pari proprio il Verona - con alle porte un calendario difficile. In altri momenti del campionato il modesto risultato di 1-1 non avrebbe gravato chissà quanto sull’ economia della classifica, ma oggi, con le gare da giocare che sono sempre meno, ogni punto perso pesa come un macigno.
Per questi motivi è preoccupante che la squadra, così come altre volte è accaduto nell’arco dell’anno, continui a proporre mezze prestazioni, nel senso che tende spesso a regalare un tempo agli avversari. Quando giochi per la sopravvivenza purtroppo non puoi permettertelo e invece anche contro l’abbordabile schieramento di Baroni si è svolto lo stesso copione. Stavolta sono stati i primi quarantacinque minuti ad essere completamente consegnati al Verona, il quale ovviamente ne ha approfittato segnando il gol del vantaggio con Bonazzoli e andando vicina al potenziale raddoppio. Nella ripresa invece, il Cagliari si è rinvigorito dopo l’entrata in campo di forze fresche e, soprattutto, dopo il sospiro di sollievo per il gol annullato a Lazovic in seguito ad una posizione irregolare del serbo. Anche una grande parata di Scuffet ha contribuito a mantenere il morale alto ed il punteggio in bilico. Col passare del tempo gli uomini di Ranieri hanno conquistato terreno fino a pareggiare grazie ad un tiro scoccato da fuori area del neo entrato Sulemana, ex di turno. Poi nel finale la squadra costruisce anche la chance per vincere: Luvumbo entra in area e scarica in porta un tiro di punta che Montipò disinnesca con un riflesso felino.
E' l’ultimo atto di una gara che avrebbe potuto rappresentare un crocevia importante per la salvezza del Cagliari ed invece si è rivelata una tappa anonima nella lotta per il mantenimento della categoria, ad oggi più che mai incerta.