Tre punti rimandati. Ancora. Ma questa volta fa più male, perché mai come ieri i rossoblu sono arrivati vicini alla vittoria. Due volte in vantaggio, due volte ripresi, è la dura legge del calcio quando non si è cinici.
Una gara assolutamente alla portata contro una Salernitana in crisi che però mantiene ancora un punto di differenza con i sardi. Motivo in più per mangiarsi le mani, perché in caso di vittoria sarebbe stato sorpasso sulla squadra di Inzaghi e soprattutto addio all'ultimo posto.
E invece il Cagliari resta il fanalino di coda di questa Serie A: per fare tre punti ci sono volute nove partite anziché una soltanto.
Il calendario non era dei più semplici: in neanche dieci partite i rossoblu hanno già incontrato Inter, Milan, Roma, Atalanta e Fiorentina, tutte squadre che combattono per obiettivi da scudetto e da Europa. Ma hanno anche incontrato Torino, Bologna, Udinese e infine Salernitana, club che lottano per la salvezza o per fare un campionato da metà classifica.
Non ci sono differenze però nei risultati, con chiunque si giochi non si vince. La sensazione è che serva una scintilla perché poi tutto vada da sé, ma questa scintilla non arriva mai. Il gol di Viola dopo il pari di Dia ha illuso tutti, poteva essere veramente una molla per rilanciare squadra e ambiente, una liberazione collettiva. Ma poi c'è stato il solito episodio che ha azzerato tutto.
La prossima sarà contro il Frosinone, probabilmente la rivelazione di questa Serie A, ed è un altro scontro diretto per la salvezza. Accorciare il divario con le rivali, questo deve essere il primo obiettivo. Ma per farlo servono i tre punti, e se non arrivano in questa partite allora quando?