È la più nota delle certezze matematiche: qualsiasi numero, anche enorme, pure infinito, moltiplicato per zero avrà come risultato zero. In pratica, c'è qualcosa in grado di annullare ogni cifra, indipendentemente dal fatto che sia piccola o grande. È curioso come questa regola sia applicabile al calcio, in particolare ai rossoblù di Zeman. Erano tanti i dubbi alla vigilia del match contro l'Inter, tante le preoccupazioni, numerose le critiche e le voci di dissenso verso il Cagliari che non voleva saperne di mostrare il calcio champagne che ha sempre contraddistinto le squadre del tecnico boemo. All'improvviso, i sardi hanno trovato il loro zero in grado di spazzare via ogni contestazione e tutte le incertezze. Nella fattispecie, l'Inter. I malcapitati nerazzurri non sono riusciti a tener testa alla furia devastatrice degli undici leoni cagliaritani, che hanno annichilito la banda di Mazzarri con quattro schiaffi. Ieri, davanti al pubblico di San Siro, il rossoblù si sono accorti di trovarsi nella Scala del calcio e hanno dato vita allo spettacolo, trionfando 4-1, come nemmeno gli scudettati del '70 riuscirono. Riva e compagni si imposero 3-1, con una doppietta del numero 11 rossoblù, che dopo quella partita, in cui segnò due gol, passò alla leggenda come "Rombo di Tuono", così lo chiamò Brera. Ieri, Zeman oltre Scopigno ed Ekdal oltre Riva. Abbiamo ammirato un Cagliari finalmente propositivo e voglioso di attaccare, con il desiderio di fare la partita proprio nel luogo dove sarebbe potuto risultare più difficile riuscirci. Sulla destra Balzano, finalmente titolare, ha spinto per tutta la partita come un forsennato, dimostrando di essere il prototipo del giocatore Zemaniano, con una partita eccellente. Ceppitelli e Rossettini hanno finalmente sfoderato una gran prestazione e sulla sinistra la non magnifica gara di Avelar è stata ampiamente compensata da un ottimo Dessena. Dopo il match di Milano appare scontato che la casa di Crisetig sia il centro, dove ha diretto l'incontro con una regia degna di un Premio Oscar. E poi Ekdal. Ieri è stato semplicemente di un altro pianeta. Bisogna solo capire quale sarà la mensola dove conserverà il pallone che si sarà portato a casa. Un pallone che ha accarezzato l'erba del Meazza, che per tre volte ha seguito la traiettoria che dai piedi del gioiello svedese conduce alla rete che si gonfia. Questo può essere davvero l'anno della consacrazione di Albin, che se crede nei suoi mezzi e continua così può davvero far venire più di un rimpianto alla Juventus. L'attacco ha convinto come non mai. Ibarbo immarcabile, con l'azione da cui è nato il secondo gol di Ekdal strepitosa, Cossu da veterano ha rimediato l'espulsione di Nagatomo e Sau spietato davanti al portiere. Questo è il Cagliari di Zeman che volevamo vedere. Abbiamo dovuto aspettare un po', ma ne è valsa la pena. Chi ama il boemo accetta il pacchetto completo. Soffre per qualche gol subito in più, ma poi gode per un poker così, storce il naso per qualche sconfitta, ma si esalta quando espugna San Siro. Gli brillano gli occhi nel vedere verticalizzazioni, tagli e gol a raffica. Tutto molto Zemaniano.