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Innocui

L’analisi della partita contro il Bari

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Dopo le vittorie convincenti arrivate contro Modena e Benevento sembrava che il Cagliari avesse intrapreso la strada giusta. Quella della continuità di prestazioni e soprattutto risultati, il classico cammino che occorre ad ogni formazione per sognare il salto di categoria. Sembrava appunto, perché invece la gara casalinga persa di misura col Bari scaraventa i rossoblù in una dimensione diversa da quella che dovrebbe avere una squadra candidata alla promozione. Troppo misero il bottino di 3 vittorie, 2 sconfitte ed 1 pareggio messo assieme nelle prime 6 giornate, a maggior ragione se consideriamo che il calendario dei sardi - Benevento a parte - non ha riservato grossi scontri diretti. 
 

Tornando alla gara in questione, il copione tattico svoltosi nei 90 minuti è apparso chiaro: il Cagliari, sistemato con un 4-3-3, ha cercato di sviluppare il proprio gioco fatto di possesso e verticalizzazioni; il Bari ha risposto con un 4-3-1-2 molto corto sostenuto dall’estro di Botta e dal dinamismo del duo Cheddira-Antenucci.
 

La scelta di Mignani di attendere, preoccupandosi di chiudere ogni linea di passaggio in fase di non possesso, ha pagato perché nel corso dei 90 minuti le palle gol create dai rossoblù sono state sporadiche. I ragazzi di Liverani hanno faticato a rendersi pericolosi, sia per via dei numerosi errori tecnici commessi in impostazione, sia per l’aggressività dei biancorossi una volta superata la metà campo. Il tutto è andato avanti finché Cheddira, imbeccato magistralmente da Maita, ha trafitto Radunovic con un lob sotto misura. 
 

Gli uomini più in difficoltà del Cagliari sono quindi stati certamente gli avanti, da Mancosu a Lapadula con Luvumbo nel mezzo. L’unico che è riuscito a far provare un brivido ai tifosi baresi è stato Pavoletti, sfortunato in occasione del palo colpito di testa nel finale. Troppo poco comunque per “pretendere” la vittoria, soprattutto da parte di una formazione accreditata alla possibile vittoria del campionato. Si dovrà lavorare su questo aspetto perché dalla vena degli attaccanti passa grossa parte delle aspirazioni del Cagliari e per ora le bocche da fuoco sono spesso silenti. Vedremo cosa riserveranno le prossime partite, il futuro della squadra è nelle mani dei protagonisti e adesso è il momento di plasmarlo.


 

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