Anche i rossoblù hanno scritto la loro personale letterina per Babbo Natale.
Padoin ha chiesto di non rivedere mai più Correa, nemmeno in foto, e i più maligni diranno che in ogni caso non l'ha visto manco ieri. Cerri ha puntato sul classicone, domandando gentilmente di poter avere un pallone, almeno uno, dal momento che contro la Lazio non ne ha ricevuto nemmeno uno. Bradaric, più umilmente, desidera solamente non essere più il pranzo di Natale dei centrocampisti biancocelesti, tornati a casa con i baffi sporchi di Croazia dopo essersi letteralmente mangiati il regista isolano. Poi ci sono Barella e Cragno, che dopo aver fatto i bravi tutto l'anno proprio non si aspettavano di ricevere carbone a pochi giorni dal 25.
In questa letterina il sunto di una gara senza storia, dominata dai capitolini in lungo e in largo. Il Cagliari è sceso in campo con le gambe molli e la testa di più, finendo per sciogliersi alla prima ventata laziale: un grosso passo indietro rispetto al match di domenica scorsa, quando i rossoblù avevano fatto la voce grossa contro il Napoli di Ancelotti.
E alla fine a pesare sulla bilancia son state le motivazioni, quelle enormi di una Lazio in cerca di riscatto e alla ricerca del ticket in prima fila per la lotta Champions, quelle di un Cagliari rassegnato con la testa già alla sfida con il Genoa (non semplice, occhio). Troppo facile per gli uomini di Inzaghi azzannare con la verve agonistica il Cagliari per poi stritolarlo con la qualità , quella inevitabilmente garantita dal poker d'assi calato dal tecnico in zona offensiva: quasi una dichiarazione d'intenti, come tesa a voler gonfiare il petto sin da subito (e con successo).
Contro il grifone sarà quasi uno spareggio, una sfida equilibrata tra due squadre con analoghe ambizioni. Sarà anche e soprattutto Piatek contro Pavoletti (se recupererà ), e i due bomber farebbero bene ad affilare i coltelli sin da ora.