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Il lupo perde il pelo… e anche lo stadio

L’analisi della sconfitta dei rossoblù nell’ultima gara casalinga della stagione

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Che ci potessero essere sbadigli ieri al Sant’Elia, in occasione dell’ultima gara casalinga contro il Chievo Verona, non vi erano dubbi. Così come si pensava che i sardi avrebbero disputato una partita con la tranquillità che si confà a una squadra oramai con la salvezza in tasca.
Ma una sconfitta, francamente, non la si attendeva.

Parlare di “biscotto” contro un Chievo in piena corsa per restare in Serie A è fin troppo facile, se si pensa alla quantità industriale di punti che la compagine rossoblù nelle recenti stagioni, una volta acquisita la salvezza, ha distribuito alle squadre in lotta per non retrocedere, sia in trasferta che tra le mura amiche.
Ieri, per la verità, è stato un singolo episodio a far pendere in favore dei clivensi (per la cronaca, il Chievo giocherà in Serie A anche il prossimo campionato) una partita che stava avviandosi a terminare con il quanto più scontato pareggio. Avramov, in compartecipazione con Eriksson, ha regalato ai gialloblù la rete dei tre punti, consentendo a Dainelli il più facile dei gol, di testa, in una porta senza un padrone.

Il Cagliari, dalla sua, non ha disdegnato di giocare, nonostante avesse come unico stimolo quella Curva Nord, come al solito aperta solo per metà, che non ha mai smesso di cantare nemmeno nella giornata di ieri. Perico, nel corso del primo tempo, si è visto negare la gioia del gol da un super Agazzi, così come nella seconda frazione Tabanelli, la cui punizione destinata ad insaccarsi sotto l’incrocio dei pali è stata deviata da un altro prodigioso intervento dell’ex portiere rossoblù. C’è chi, probabilmente, si sarà mangiato le mani per non essere riuscito, dopo Marchetti, a monetizzare come avrebbe dovuto per un portiere che ieri ha dimostrato tutto il suo valore.

Unica nota veramente stonata, oltre ai cori irrispettosi nei confronti del tecnico Pulga, è stato Marco Sau: il bomber di Tonara, autore di una delle prestazioni peggiori della stagione, cercherà il riscatto nell’ultima giornata di campionato contro la Juventus Campione d’Italia.

I nomi di Daniele Conti e Andrea Cossu sono stati invocati a gran voce per tutta la partita dai supporters rossoblù, i quali si augurano con tutto il cuore di poterli rivedere con la maglia del Cagliari anche la prossima stagione. Di grande impatto emotivo, inoltre, la “cartolina” dell’abbraccio del trequartista cagliaritano con i tifosi al termine della gara.
Senza dimenticare la gigantografia, presente nel settore ospiti, per ricordare l’ex giocatore di Chievo e Cagliari Jason Mayélé, prematuramente scomparso dodici anni fa in un tragico incidente stradale.

Il Sant’Elia, dunque, chiude le porte di questa stagione. Chiude i battenti, probabilmente, per sempre, dopo aver ospitato la compagine sarda per oltre 40 anni, destinato a venire rimpiazzato da un impianto moderno e all’avanguardia, che dovrebbe essere progettato dall’architetto di fama mondiale Dan Meis. A meno di altri colpi di scena.

Sulle incognite che accompagneranno i rossoblù non stiamo a discutere, lo faremo con calma nelle prossime settimane. Tuttavia, l’ipotesi che i sardi siano destinati ad un campionato da disputare perennemente in trasferta, appare plausibile ma quanto mai sconcertante.

Si cerchi, perciò, di trovare una soluzione in tempi rapidi. Is Arenas è ancora lì, in attesa di riaccogliere i tifosi rossoblù. E, per piacere, cerchiamo di non tirare fuori ancora una volta la scusa dei fenicotteri. Non saranno 16.000 persone ogni due domeniche a spaventarli.

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