Partecipa a Blog Cagliari Calcio 1920

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Cagliari, atti osceni a San Siro

L'analisi del match contro l'Inter

Condividi su:

Atti osceni. In luogo pubblico, per giunta. Un Cagliari da bollino rosso lo fa più spaventoso di quelli di Stephen King e manda in scena uno degli spettacoli più indecenti che la Serie A abbia mai visto. Una partita da scappati di casa che avrebbe meritato una sanzione ancora più pesante ed afflittiva di quella, già di per sé roboante, imposta dal risultato. Venti (leggasi venti) tiri subiti contro zero effettuati, percentuali bulgare nel dato sul possesso palla che vedono un umiliante 74% contro 26%, un dominio territoriale nerazzurro che manco il Brasile di Pelè contro la Rappresentativa del Sudtirol.

Il problema grosso, ahinoi, sta nella assoluta prevedibilità della disfatta. Il maleodorante vento di debacle si è iniziato a gonfiare non appena son state rese note le formazioni ufficiali, con la resa incondizionata presentata da Lopez a partita ancora da cominciare. La distinta annunciava uno spaccone quanto insensato 3-4-3 (o se preferite un 3-5-2 con Giannetti esterno), con Pavoletti lasciato a riposo in compagnia di Faragò, Ceppitelli e Lykogiannis con la chiara idea di saltare a piè pari la sfida con l’Inter per pensare subito al più abbordabile match contro il Bologna.

Il fatto è che, se anche l’idea fosse stata questa, la si poteva tranquillamente mascherare meglio. Si poteva evitare di lanciare un tridente inedito tanto incompatibile quanto presuntuoso, con tre giocatori per niente complementari e assolutamente poco amalgamati tra loro. Si poteva evitare di far cadere il peso di questa folle mossa offensiva su un centrocampo così poco muscolare composto da Cossu e il fratello gemello di Ionita, fagocitati lentamente e progressivamente da Brozovic e Gagliardini (e Borja dopo l’infortunio). Si poteva evitare un turnover così massiccio, che ha fatto passare un pessimo e demoralizzante messaggio ad una squadra già da tempo in crisi di identità.
Il risultato era sin troppo ovvio, con l’Inter che ha approfittato dell’obrobbrio rossoblù per far segnare, a turno, mezza rosa, tra prime volte, ritorni al gol e resurrezioni pasquali postdatate.

Ora i sardi si tufferanno nell’incontro col Bologna con nuove certezze, tutte negative: la assoluta e spaventosa dipendenza cronica dal ragazzo con la 18, la sterilità di un attacco che non può prescindere dal peso di Pavoletti, la scomparsa nel nulla di quel meraviglioso giocatore che un tempo era Artur Ionita, la fine della gloriosa carriera di un Cossu non più in grado di reggere certi ritmi, e l’assoluta sicurezza che Miangue non valga tre milioni e mezzo.

P.S. Ieri i sardi si son presentati in campo con delle meravigliose maglie storiche. Probabilmente quelle indossate dai giocatori sono acquistabili da chi voglia arricchire la sua collezione. Il prezzo non credo sia trattabile, ma assicuro che le divise son come nuove.

Manco una goccia di sudore.

Poca, pochissima dignità.

Nessun rispetto.

Condividi su:

Seguici su Facebook