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Cagliari, l'inferno visto da vicino: la mano sulla fiamma non fa male

L'analisi del match contro l'Udinese

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Passare la mano sulla fiamma non fa male se lo si fa in fretta, si sa. Una breve e leggera ventata di calore si poggia semplicemente sul polso, senza bruciare. La stessa ventata sentita dal Cagliari all'undicesimo del primo tempo, quando Barak si è messo in proprio, ha saltato quattro birilli senza troppa difficoltà e ha servito per il 15 bianconero, uno che non si fa mai pregare quando si tratta di buttarla dentro. Era il calore dell'inferno, quello visto ieri da vicino dai sardi, da molto vicino.

Il percorso safari  con Caronte guida turistica è durato poco, perché dopo una fase di iniziale sbandamento i sardi hanno clamorosamente reagito, rendendosi più volte pericolosi dalle parti di Bizzarri, trovando il pareggio dopo poco più di dieci minuti. Il golletto è arrivato sugli sviluppi di un calcio di punizione magistralmente calciato da Cigarini, che probabilmente ci teneva a far notare che con o senza lui le cose sono un tantino diverse.

Ritrovare il regista è significato anche recuperare un Barella a servizio completo nella sua pozione ideale, quella della mezzala mobile, dove può svariare sul tutto il fronte offensivo dando sfogo alle sue straordinarie capacità aerobiche. Proprio ieri però il talento rossoblù ha sofferto, e non poco, proprio Barak. Il ceco, più forte fisicamente dall'alto del suo metro e novanta, ha stravinto il duello con Nicolò, di fatto cancellandolo e limitandolo a qualche verticalizzazione e tre tiri dall'alto quoziente di difficoltà.

L'assenza di questa fonte di gioco si è fatta sentire sin da subito, con le trame di un seppur voglioso Cagliari che risultavano piatte e confusionarie. Non è un caso l'inserimento in campo di Andrea Cossu, con cui Lopez ha cercato di alzare il tasso tecnico della squadra per sfruttare nuove soluzioni offensive. E non è un caso che il sorpasso si avvenuto in seguito ad un cioccolatino del 7 sardo che non ha steccato l'appuntamento con il terzo tempo di Ceppitelli.

Una giocata che conferma la grande pericolosità dei sardi su calcio piazzato e che è sembrato un regalo di qualcuno di grande lassù, in una partita che stava perdendo vertiginosamente quantità e qualità sino ad avviarsi ad un banale armistizio. I tre punti sono oro colato per il Cagliari, che potrà godersi questo sospiro di sollievo almeno sino a martedì. Poi sarà tempo di San Siro, una gara affrontabile con uno spirito più sereno di come si rischiava di affrontarla: andare a giocare con l'Inter all'ultimo sangue a cercare punti salvezza sarebbe stata missione da codice rosso.

Nel frattempo il Crotone rallenta e il Chievo pareggia, aggiungendosi al cuscinetto retrocessione. Lo stesso su cui i rossoblù stanotte hanno dormito sonni (più) tranquilli.

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