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Cagliari, tra chi rimpiange il passato e il danno sul filo di lana

L'analisi del match contro la Fiorentina

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Aridatece Rastelli. Specifico subito per i più suscettibili: è solo provocazione e nulla più. Una provocazione che nasce da quel travestimento di Lopez in Martin McFly per dar vita ad uno dei meno riusciti viaggi nel tempo di sempre. Si torna al passato, quando Cossu incantava persino il presidente blaugrana Laporta. Il fatto è che le gambe di Andrea son quelle del presente, perché il tempo galantuomo ma a volte è carogna. La differenza di passo a centrocampo tra lui e il trio Benassi-Badelj-Veretout era pressoché imbarazzante, con la Fiorentina che nel già dall'avvio poggia i suoi carri armati Viola sui territori sardi e invia un chiaro messaggio: o si reagisce o qui si rischia la carneficina.

I rossoblù si abbassano, si schiacciano sino ad annullarsi. Non ripartono mai, e se lo fanno si assicurano perbene di non essere pericolosi, come il ragazzino che cerca la rissa badando d'essere trattenuto dagli amici di merenda. Per 80 minuti si ringrazia la trinità Fortuna-Cragno-Romagna, poi Andreolli perde completamente Babacar e i toscani, giustamente, passano.

Si poteva recriminare a Roma (forse). Se ne poteva discutere col Bologna. Ma stasera gli unici che possono dire "peccato" sono i gigliati, che meritavano di vincere con un risultato ben più tondo di uno striminzito 1-0. Raramente i sardi erano stati così rinunciatari durante questo campionato, è sicuramente non durante l'era Lopez. Oggi il Cagliari sta scoprendo non solo una clamorosa attitudine al gol subito sul filo di lana (coincidenze o cali di tensione?) ma anche di esser, a sorpresa, Faragò-dipendente.

È disarmante la differenza di imprevedibilità e di pericolosità della manovra sarda con o senza il laterale ex Novara. Ieri sera solo qualche minuto di partita per lui, da mezzala, ma la sensazione è che ormai sia da esterno destro che Faragò possa aiutare meglio i rossoblù. Sarà che Van der Wiel ha visto la Madonna contro la Samp ma per il resto l'ultima volta che si è reso pericoloso è stato immortalato in bianco e nero, sarà che Padoin è gran bel professionista ma non è Douglas Costa, fatto sta che il Cagliari oggi non può prescindere da lui.

L'idea di base è che serva in generale uno che salti l'uomo, il giocatore in più, quello che possa creare la superiorità numerica. Perché le giocate dei sardi oggi le si prevedono dalla lettura della mano e stasera, da qualche parte per la città, qualcuno ha ripensato a Rastelli. Il ché è tutto dire.

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