Era la stagione 2007/2008. Nella panchina del Cagliari sedeva Davide Ballardini, che conduceva la squadra verso un’insperata quanto straordinaria salvezza, grazie ai gol del bomber Robert Acquafresca.
Ieri i due vestivano sempre rossoblù, ma stavolta sponda bolognese. Quanta nostalgia nel rivedere due protagonisti, ancora amati dai tifosi sardi, gioire per una importante vittoria in chiave salvezza.
È stato il Bologna a portare a casa l’intera posta in palio, in un pomeriggio piovoso e di noia per gli spettatori del Dall’Ara. Un rigore, generoso o meno che sia, ha regalato il vantaggio ai bolognesi, riusciti a metterlo in cassaforte fino al termine della gara.
In tribuna uno scaramantico Cellino ha ammirato una squadra senza anima e senza uno stile di gioco, incapace di creare concrete azioni da gol, frutto di azioni manovrate, e programmata per conquistare il pareggio. Operazione fallita.
Lanci lunghi, passaggi elementari errati, movimenti sbagliati dagli attaccanti: questo è ciò che il Cagliari ha saputo produrre. Ma in settimana cosa si prova in allenamento?
Il Bologna, bisogna dirlo, non ha fatto molto di più. Ha solamente saputo massimizzare quanto di buono ottenuto (cosa che il Cagliari, col rigore fallito domenica scorsa contro la Lazio, non era riuscito a fare).
La freccia Ibarbo è partita senza trovare però nessuno capace di catturarla e scagliarla contro Curci. E Sau? Un pesce fuor d’acqua, copia sbiadita di quel grande attaccante che siglava 12 reti lo scorso campionato.
Ora sono dolori: una squadra confusa, senza grinta, e con una tensione che cresce giornata dopo giornata (l’espulsione di Dessena a fine gara ne è la conferma) si ritrova a girare nel bollente pentolone della lotta retrocessione. Da non considerare l’eventuale classifica avulsa: gli scontri diretti, infatti, pendono a favore delle dirette concorrenti.
Catania, Sassuolo, Livorno, Chievo, Bologna e Cagliari. Ormai è questo il piccolo gruppo che si giocherà la permanenza in Serie A. E il terzo posto dista 5 sole lunghezze.
Fare gruppo è l’imperativo, per cercare contro un Verona in crisi di risultati di portare a casa i 3 punti. Un trend, però, deve essere invertito: basta far resuscitare i morti!