Due prestazioni da protagonista nel giro di sette giorni (terminate entrambe con una vittoria, contro l'Atalanta e contro la Sampdoria) e all'esordio in serie A, Fabio Pisacane è stato intervistato nel corso della trasmissione di Radiolina, "Il Cagliari in diretta".
Ecco le sue dichiarazioni:
"A Tello manca la Sardegna ma è normale. Chi va via non può non sentire la mancanza. Io mi trovo benissimo e non sono l'unico: basti pensare in tanti hanno "tradito" la propria città d'origine per rimanere a vivere qui.
Il tatuaggio? Io da bambino ero un po' presuntuosetto e dicevo a mio padre che sarei diventato un calciatore. Quando da piccolo mi dicevano perchè non tifassi Napoli io rispondevo che mi piacevano Batistuta e Maradona e, perciò, era normale che tifassi Boca.
Il tatuaggio ce l'ho da tre anni. Il primo che mi ha mandato l'articolo che hanno scritto su di me in Argentina è stato Papu Gomez, il giocatore dell'Atalanta, che ho conosciuto solo due settimane fa, quando ci ho giocato contro. E l'altro giorno ho ricevuto tantissimi messaggi, perchè si sono accorti tutti del tatuaggio.
Vittorio Sanna è stato quello che mi ha fatto piangere per la seconda volta in trent'anni. Anche mia moglie, quando rivediamo la famosa intervista, continua a dirmi che non riesce a credere che quello sia io.
Il Crotone? Stiamo preparando la gara come tutte le altre, cioè curando ogni dettaglio. In serie A non bisogna guardare la classifica ma bisogna fare attenzione a tutte le squadre. Sarà una delle partite più difficili.
L'esordio in A? Dicevo sempre che sarebbe stata una cosa come un'altra ma, in realtà, più arrivava il momento di giocare più aumentava il carico di adrenalina. L'ho gestito bene ma l'esame credo di averlo superato, anche se l'arbitro stava per rovinare tutto.
Io lavoro per restare in serie A. Io curo tutto e vivo per il calcio. Soffro quando non gioco ma cerco di non farlo vedere, per il bene del gruppo. Un giocatore che non gioca dimostra quanto è uomo, è molto più difficile non giocare che giocare. Man mano che arrivava il momento dell'esordio ero nervoso ma ora quello scoglio è superato.
La mia dieta? Cinque pasti: una ricca colazione alle, un panino alle 10:30 (se mi alleno anche frutta) e altro. Comunque mangio ogni tre ore. La colazione alle 7.
La mia storia? A 14 anni mi comprò il Genoa e feci il ritiro con loro. Una mattina, appena sveglio, mi accorsi che non riuscivo ad alzare le braccia. Chiamai subito mio padre che prese subito il treno e arrivò il giorno dopo. Alloggiavamo dai salesiani e mi feci accompagnare dal nostro responsabile a prendere mio padre in stazione. Fatte le analisi del caso e scoprii di avere una malattia (Guillain-Barré) che colpisce i nervi e a me arrivava fino ai poloni. Sono stato tre mesi in ospedale e venti giorni in coma. A Napoli nessuno la conosceva la mia malattia e mi hanno sempre detto tutti che sono stato fortunato a trovarmi in Liguria in quel momento.
La musica è vita, uno ci trova quello che, in un attimo, si sta perdendo. Dipende dalla musica, ma credo che sintetizzi la vita, ti entra dentro toccando certi tasti. Prima delle partite ascolto tante canzoni che ascolto da anni, come quella di Baglioni che ho detto prima. Poi musica di cantanti napoletani e altre.
L'imitazione di Pizzul? Tutta colpa di Borriello. Con Ceppitelli mi trovo molto bene ma per me non fa differenza, anche se quest'anno abbiamo The King, cioè Bruno Alves. Avere lui nello spogliatoio è tanta, tanta roba.
Cagliari-Atalanta l'ho festeggiata con mia moglie e qualche amico cagliaritano, che ha sempre trovato le parole giuste nei momenti difficili.
Mi trovo bene qui. Esco con i miei compagni ma sono molto contento anche del fatto che ho fatto molte conoscenze extra calcistiche. Il primo gol in A lo dedicherei alla società, che ha creduto prima nel Fabio uomo che nel calciatore, e ai tifosi, farei una corsa verso la curva. Già da prima che arrivassi qui i tifosi mi mandavano messaggi e mi chiamavano "Guerriero" già prima di conoscermi.
Il Presidente? Ci teneva tantissimo a tornare in A e vive le partite anche peggio di noi. Mi ha fatto piacere quando ha detto che, dopo Bari, le mie lacrime sono state il secondo momento più bello della sua presidenza.
Ho 27 tatuaggi. Lunedì aprirà un locale a Napoli nei quartieri Spagnoli in cui tratto prodotti delle tre regioni in cui ho militato: l'Umbria, la Campania e la Sardegna. E la bandiera dei quattro mori è disegnata sul muro.
Borriello? Lo incrociai nel 2006 quando eravamo entrambi al Genoa ma lui non si ricorda di me. Ho conosciuto quello che tante persone non conoscono. Tutti lo conoscono come un ragazzo solo bello e basta, ma non è solo così. Tra me, lui e Bruno Alves a tavola si parla solo di nutrizione, siamo patetici.
Il Crotone? Con il mister è impossibile non preparare questa partita bene. É una gara difficilissima, ancora più di quella di lunedì scorso.
Forza Cagliari!".