Nedo Sonetti è uno degli allenatori che il popolo rossoblù ricorda con più affetto, per il suo umorismo, la passione per il suo lavoro e la sua severità.
Sapeva distribuire con uguale misura la carota e il bastone: l’esempio classico, che lo stesso Sonetti ricorda spesso, risale a Palermo-Cagliari del 2005, quando i rossoblù, sotto di due gol nell’intervallo, riuscirono a rimontare lo svantaggio e conquistare il 2-2 finale.
Il segreto? “Durante l'intervallo ho raccontato ai ragazzi una barzelletta e poi li ho esortati a continuare”.
Il tecnico di Piombino ha allenato il Cagliari in tre occasioni, sempre da subentrante: nel 2001/2002, nel 2005/2006 e nel 2007/2008.
Intervistato da Radio Star Sport ripercorre alcune degli episodi più importanti legati alla sua carriera in Sardegna.
Ecco le sue parole:
“Cellino è un presidente vulcanico e a me piace dire sempre quello che penso; una volta mi contestò di aver mangiato una spigola da quattro chili.
In Sardegna ho lavorato benissimo. Il ricordo più bello? La salvezza ottenuta nel 2001/2002, quando arrivai al posto di Nuciari e Matteoli: Cellino mi chiamò disperato, perchè doveva affidare la squadra ad un tecnico esperto. Con il mio staff, e dei bravissimi giocatori, salvammo il Cagliari dal baratro della C1.
Nel 2005 fui richiamato dal presidente dopo le esperienze con Tesser, Arrigoni e Ballardini: conseguimmo l'obiettivo prefissato e Suazo fece 22 reti. Ma, anche in quella circostanza, non fui confermato.
Tornai per la terza ed ultima volta nel novembre 2007 ma guidai la squadra solo per poche partite.
L’ultima esprienza è stata a Pavia: sono stato contattato dalla nuova proprietà cinese per fare da consulente tecnico. Tuttavia il presidente Zhu non aveva ben chiaro che ruolo dovessi ricoprire così ho preferito non proseguire il rapporto professionale.
Sono molto legato al popolo sardo a cui auguro buone feste ed un 2016 colmo di successi”.