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Canzi: "Avvio inaspettato, ora bisogna dare costanza ai risultati. Ringrazio la società per i grandi investimenti"

Lunga intervista all'allenatore della Primavera del Cagliari

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La Primavera del Cagliari, dopo l'exploit iniziale, non è più una sorpresa. I rossoblu, dopo otto giornate, occupano la prima posizione nel girone B del “Trofeo Giacinto Facchetti”. Questo pomeriggio, a Monastir, vista la pausa legata agli impegni delle nazionali, la squadra ha disputato un'amichevole contro la Kosmoto Monastir (Eccellenza Regionale).

Uno degli artefici di questo straordinario avvio di stagione è Max Canzi, che quest'estate è approdato in Sardegna ricoprire il ruolo di allenatore. Canzi, durante la trasmissione “Il Cagliari in diretta” su Radiolina, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Siamo partiti in una maniera inaspettata. Abbiamo sorpreso tutti, anche noi stessi.  L'obiettivo era quello di incominciare nel migliore dei modi: dopo le prime tre vittorie, che erano già tante, poi sono arrivate le altre. Una Primavera così forte mai avuta? No, non credo. Non mi sembra giusto definirla così, visto che da questo settore giovanile sono cresciuti tanti giocatori.

Con Mario Beretta abbiamo deciso di avere una Primavera “itinerante”, una bella iniziativa. Gireremo, quando possibile, diverse piazze della Sardegna. Il lavoro da vice? E' un taglia e cuci, bisogna fare da  filtro tra la squadra e l'allenatore. E' particolare, non ero convinto di poterlo fare. Alla fine, sono riuscito a farlo per 9 anni.

Lavoro con dei ragazzi straordinari: uno di questi è Gigi Corellas, il mio vice, preparatissimo; Marco Caligaris, preparatore atletico, e Francesco Atzei, preparatore dei portieri. Cos'è cambiato nel settore giovanile? Al di là delle persone, tanto. La filosofia soprattutto. Il gol di Serra? Il ragazzo ha avuto un'esposizione mediatica pazzesca. Io e Corellas gli abbiamo urlato di passarla, poi alla fine ha segnato. Arras? Dopo il Vicenza è andato alla Juventus, poi è voluto rientrare a Cagliari. In questo momento è il capocannoniere del girone insieme ad altri giocatori, sta facendo bene.

Il ritiro a Macomer? E' stata un'idea del direttore Carta. Abbiamo scelto una struttura formata da tre camerate per i ragazzi, una per noi dirigenti. Tutti i giocatori, a turno, apparecchiavano, sparecchiavano e pulivano. Li è nato il gruppo. Le strutture? Il centro sportivo di Asseminello è migliorato tantissimo rispetto agli anni scorsi. La società, con il campo sintetico e lo spogliatoio nuovo, ha fatto grandi investimenti.

Beretta? Era il mio allenatore a Milano, lui aveva 21 anni, io 14. Poi ci siamo frequentati durante un corso e l'ho seguito nelle sue esperienze. Per lui quello di aver intrapreso questa carriera è una grande novità, credo sia felice di questo. Ha trovato una società giusta, poi si è accorto di aver azzeccato anche la regione nella quale lavorare. La qualità della vita che c'è a Cagliari l'ho trovata in poche altre città.

Il nostro lavoro va vanificato se la prima squadra non va bene. La prima cosa che chiediamo alla fine delle nostre partite è il risultato dei “grandi”. Con i ragazzi, durante la settimana, abbiamo una riunione video. E' molto importante in tutti gli sport. Bisognare dare costanza ai risultati, questa è la cosa più difficile. La differenza tra la prima squadra e la Primavera? Il livello cresce, il passaggio da una all'altra categoria è di cinque gradini. Secondo me, in Italia è un peccato non avere una seconda squadra. I giocatori del settore giovanile pronti per il salto in Serie A e B sono pochi.

Colombatto? L'anno scorso è rimasto fermo non avendo il passaporto italiano, pochi hanno puntato su di lui. Da noi e' arrivato a giugno, sta facendo un grande campionato da playmaker. Mentalmente è un professionista. Giussani? Ha fatto molto bene con noi a Zagabria, ma alla fine ha scelto l'Atalanta. Con altri giocatori (Camilli e Tetteh, ndr) che si stanno allenando con noi, al momento, ci sono problemi con i tesseramenti.

Il Torneo di Viareggio? Per noi sarà una grande vetrina, ringraziamo la società per questa opportunità. Giocheremo tante partite nel giro di pochi giorni, ci sarà un grande dispendio energetico. I ragazzi in prestito? Sono monitorati, son tutti sott'occhio. La Primavera al Sant'Elia? Sarebbe molto bello, impossibile perché distruggerebbero i campi.

Il rapporto con i social? Non sono ossessionato, ma ho un profilo Facebook. Se vinco controllo, sennò preferisco non guardare”.

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