Zdenek Zeman riparte dalla Svizzera. Per lui, dopo la fallimentare parentesi con il Cagliari - c’è la panchina del Lugano. Il boemo riparte dalla Svizzera. Una nuova avventura, nuovamente in campo. Il tecnico di Praga parla ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
C’è spazio per analizzare l’avventura in terra sarda:
“Mi spiace di non essere riuscito a dare soddisfazioni ai tanti tifosi che credevano in me. È parzialmente vero che ho costruito io la squadra, sono arrivati giocatori che non conoscevo o su cui non ero d’accordo, ho provato a farli rendere. Nella prima parte di stagione siamo andati bene sul piano del gioco, non dei risultati. Pensavo che la squadra potesse seguirmi, per questo tornai dopo l’esonero. Dopo l’Empoli hanno rincominciato a giocare di testa loro. Allora era inutile e ho preferito dimettermi”.
Una dura stoccata contro il club rossoblù:
“A Cagliari a dicembre mi proposero di rimanere se avessi rinunciato allo stipendio. Si vede che il calcio in Italia funziona così, ma non credo che le società o un rapporto gestito così abbia futuro”.
"Qui in Svizzera le squadre senza presentare un bilancio sano non possono partire. Qui ci sono le premesse per fare buon calcio, con rispetto dei ruoli e gestione corretta della società. Cerco un posto dove fare buon calcio, dove ci sia il rispetto dei ruoli, delle regole e una gestione corretta della società."
Sulla sua politica di lanciare i giovani calciatori:
“Non mi è passata la voglia di allenare. Anche se negli ultimi anni ho trovato grosse difficoltà nel fare calcio secondo le mie idee e ho avuto problemi sia con le dirigenze che con alcuni giocatori. Eppure penso alla Roma di aver fatto un grande lavoro, valorizzando giocatori come Florenzi, Marquinhos, Lamela, Romagnoli, e facendo rendere Osvaldo come mai prima e dopo”.