Nel giorno del suo trentaseiesimo compleanno è da suo padre che arriva il riconoscimento più grande per una carriera spesa interamente con due colori sulla maglia (e ormai sulla pelle): il rosso e il blu. Stiamo parlando di Daniele Conti e dell’intervista a suo padre, Bruno, riportata in esclusiva sul sito GianlucaDiMarzio.com. Eccola:
Quando e come è nata la scelta di Daniele di dedicarsi al calcio?
"Sia lui che suo fratello Andrea hanno iniziato a seguirmi quando andavo ad allenarmi a Trigoria, e così, giorno dopo giorno, è nata questa passione. Hanno cominciato a chiedere gli attrezzi del mestiere, pallone, scarpette e tuta… da lì ho capito che volevano fare sul serio. Una scelta loro, fatta con determinazione e sacrifici. Tutto quello che Daniele ha ottenuto se lo è conquistato. Non pensavo che sarebbe arrivato a questi livelli e ne sono orgoglioso".
Come ha preso la scelta di intraprendere la sua stessa professione?
"Daniele e Andrea erano sempre col pallone tra i piedi, anche dentro casa. Non ho influenzato minimamente le loro scelte, come ogni genitore ero concentrato sull'educazione e sull'importanza di far acquisire certi valori. Loro hanno cominciato divertendosi, poi una volta cresciuti si sono dedicati con serietà a questo mestiere. Ho visto la ferma volontà quando mi hanno chiesto di andare a giocare nella scuola calcio dell'Ymca. Non ho voluto ostacolare la loro volontà, chiedendo magari di fare qualcosa di diverso. Poi Daniele è passato all'Unione Calcio Nettuno e da lì è stato preso dalla Roma".
Avrebbe voluto una carriera in giallorosso?
"Con la Roma ha fatto 5 presenze e un gol all'esordio da titolare con Zeman: era la gara contro il Perugia. Gli inizi possono essere diversi da dove poi si arriva. Io ho capito la sua scelta, è capitato anche a me d'altronde, quando per giocare di più sono andato al Genoa. Lui è felice a Cagliari e ogni anno si gioca un obiettivo importante per la squadra, la salvezza, che può essere considerata come la vittoria di uno scudetto per i rossoblù".
Cosa pensa della sua scelta di legarsi a Cagliari?
"Voleva giocare con più continuità e appena gli si è presentata l'occasione in Sardegna non ha esitato un attimo. Nel corso degli anni si è legato alla squadra e alla città ed è rimasto, facendo una scelta di vita. Certo, ha avuto più di una possibilità di ambire a traguardi più prestigiosi con altre squadre, ma come più di una volta ha detto è felice della scelta e di quello che ha fatto in tutti questi anni con la maglia del Cagliari".
E la Nazionale? Avrebbe meritato una convocazione?
"A distanza di anni, rivedendo e valutando tante cose, credo che una chiamata in Nazionale ci sarebbe stata tutta. Non lo dico da padre, ma è evidente che nelle passate stagioni ha fatto grandissime cose e campionati straordinari. Penso quindi di poter concludere che sì, la convocazione se la sarebbe meritata".
Ha un augurio particolare da fare a Daniele in occasione del suo compleanno?
"So cosa preme maggiormente a Daniele in questo momento: la salvezza del Cagliari, per la quale continuerà a dare tutto. Io sono sicuro che, anche grazie al suo grande contributo, la squadra resterà in Serie A anche quest'anno ed auguro di cuore a Daniele di riuscire a centrare questo traguardo. E' ciò che desidera di più".
Anche da parte della nostra redazione: tanti auguri Capitano!