Nato come Magic Box nel 1966, l'ex portiere Alessandro Carta conosce da vecchia data il nuovo allenatore del Cagliari. Ai microfoni di Itasportpress.it, ha approfondito alcune tematiche sulla compagine isolana
Lei è coetaneo di Zola, in amichevole lo hai mai affrontato in giro per la Sardegna?
"Venne a fare il provino al Cagliari quando io ero negli allievi, durante il campionato 1982-83. É poi storia nota che venne scartato perchè ritenuto troppo basso. Poi quando ero alla Gialeto l'ho affrontato in campionato, quando lui giocava nella Nuorese".
Con Zeman hai mai avuto a che fare?
"Non personalmente, ma di sponda. Ha consacrato Santarelli e Rosato, giovani che io ho valorizzato come preparatore dei portieri, dimostrando grande coraggio a lanciare i giovani come titolari".
Problema portieri: forse Cragno per la A non è pronto.
"Il coraggio in questo caso non ha premiato Zeman. Cragno forse è forte, ma non andava mandato cosi allo sbaraglio. Colombi ha più esperienza, ha già accumulato in Serie B campionati da titolare. Cragno è appena uscito dal settore giovanile del Brescia. La scelta rispecchia la politica di Zeman. Il rischio è ingigantito in una squadra che lotta per salvarsi. Cragno non è stato nè positivo, ma nemmeno ha fatto colossali papere. Dunque neanche negativo".
Quanto ha pesato la partenza dell'esperto Avramov?
"Io l'avrei assolutamente riconfermato. Sarebbe statato l'deale per far crescere due giovani come Colombi e Cragno. Ha sulle spalle una salda gavetta. Almunia invece non non era da prendere, non è la chioccia ideale. Al di là della non idoneità fisica, per me ha molti altri limiti; Avramov -se davvero torna- provvisoriamente è il caso di farlo giocare titolare titolare".
Pascolo, Katergiannakis, Fortin, Marruocco, lo stesso Agazzi: è dimostrato che un portiere non altezza, ridimensiona ampiamente la squadra.
"Io stesso consigliai al direttore sportivo del Cagliari Marroccu di prendere Storari. Ci incontrammo casualmente in giro per Cagliari in un centro commerciale, siamo stati per tre anni compagni alla Gialeto in D. Nel 2008 -insieme a Cossu- fu decisivo per la salvezza del Cagliari. Oggi si sono sottovalutate le partenze di Astori e Naingollan. Se la Juve paga lo stipendio a Storari, o almeno una parte, è possibile rivederlo a Cagliari. Dirige la difesa in modo eccellente, e quando Buffon dà forfait, lo sostituisce sempre degnamente.Lui raddrizzerebbe la difesa alla grande, al di là di tattica, moduli e fuorigioco, darebbe molta sicurezza ai compagni".
Sirigu.
"Ai Mondiali Prandelli ha sbagliato a togliere Sirigu, Ha fatto grandissima esperienza, in più avrebbe garantito qualche uscita in più, Buffon ha più della metà di colpe del flop mondiale, un uomo sul palo va sempre messo, non si devono correre certi rischi. Sicuramente l'alter ego a Buffon oggi è Sirigu, ma il vero erede è Perin, io l'ho sempre sostenuto anche quando prendeva molti gol, perchè la colpa non era sua, cosi come come oggi la colpa potrebbe non essere tutta di Cragno".
Un suggerimento per la porta del Cagliari?
"Io direi che Rosati, che è il quarto portiere del Napoli, verrebbe volentieri, è esperto, Benitez lo ha premiato portandolo a Doha per la Supercoppa. Ritengo sia maturo per fare bene il titolare in Serie A".
Neuer...
"E' un caso a parte. Perchè il portiere o fa una preparazione con la squadra, o ne fa una tutta personalizzata. Neuer sposterà per i prossimi quattro anni il prototipo del portiere, però poi non possiamo chiedere a questi portieri di farti la parata sotto l'incrocio, Infatti Neuer non è stilisticamente perfetto nel fare la sentinella tra i pali. Vive la partita come i compagni, e ha un bagaglio completo, dal colpo di testa ai piedi buoni, fondamentali prerogative per un portiere fuori dall'area. Di sicuto a Buffon non gli puoi chiedere di giocare come Neuer, si stirerebbe, Neuer è nato atleta. Extraterrestre. Vincerebbe gare di salto in lungo e corsa".
Concorrenza fra portieri stile Real con Casillas e Lopez?
"Si è dimostrata sbagliatissima. Infatti oggi Lopez è al Milan, Casillas ha sofferto. La continuità è fondamentale, per questo ai Mondiali ha fatto una figuraccia, ha rischiato di far perdere la finale di Coppa dei Campioni con un'uscita a vuoto. Ancelotti l'ha capito".
In ripresa la scuola dei portieri in Italia.
"Io alla crisi non ho mai creduto, la scuola italiana è da prendere come modello nel mondo. Julio Cesar ha tenuto il 12 come segno di umiltà , per ricordarsi che faceva la riserva di Marchegiani al Chievo. Prima di affermarsi, ha fatto cinque anni di panchina in Italia. Sono contento che adesso si è dato spazio ai giovani italiani come Sepe e Leali".