Il presidente Tommaso Giulini ha preso la sua decisione. Le strade del Cagliari e di Zdenek Zeman si separano. La squadra, dopo la partita del Sant'Elia contro la Fiorentina, appariva in grande crisi. Nella partita contro il Chievo e contro il Parma i segnali di un involuzione che la gara con la Juventus ha evidenziato.
L'ultima per il boemo, che sembrava sereno, sicuro che il "suo" Cagliari presto sarebbe emerso e che il lavoro avrebbe dato i suoi frutti. Allora come si spiegano queste difficoltà ? GianlucaDiMarzio.com ha sentito, in esclusiva, uno dei pupilli del periodo d'oro di Zeman a Foggia, Francesco Baiano.
Il gioco di Zeman richiede particolari movimenti agli attaccanti. Quali?
"Dipende dalla posizione che ha l'attaccante, se centrale o esterna. Io in particolare giocavo nella parte centrale e avevo il compito di ricevere palla e scaricarla sui centrocampisti, che poi avevano il ruolo di imbeccare una delle due punte esterne. A quel punto io dovevo cercare di inserirmi in area di rigore. L'attaccante centrale nel gioco di Zeman e un po' un trequartista, il giocatore che fa da trait d'union tra i centrocampisti e l'attacco".
Quanto tempo ci vuole per assimilare i suoi schemi?
"Almeno 4 o 5 mesi. Poi dipende anche dalle caratteristiche dei giocatori che hai a disposizione. Se gli esterni, anziché cercare la profondità vogliono la palla sui piedi ci vuole molto più tempo. A quel punto, per vedere il suo gioco e perché i giocatori lo assimilino, io penso almeno sette o otto mesi".
Aveva a disposizione i giocatori adatti?
"Secondo me no. Prendiamo Ibarbo. Si tratta di un giocatore molto veloce e dotato di grande tecnica, un ottimo esterno. Il problema è che vuole la palla sui piedi. L'unico che ha le caratteristiche adatte, anche perché sapeva già cosa vuole il mister, è Sau. Zeman è stato sfortunato anche in questo, in un momento importantissimo della stagione gli è venuto a mancare il giocatore più importante, quello che segna con più regolarità e la squadra è andata in difficoltà ".