Passato, presente e futuro: Zdenek Zeman a ruota libera. In una lunga intervista concessa a ''I signori del calcio'' su Sky, il tecnico boemo ripercorre le tappe più importanti della sua carriera. Senza mezze misure, in campo e davanti ai microfoni, l'attuale allenatore del Cagliari non ha rimpianti: ''In campo professionale sono sempre stato danneggiato dalle mie stesse dichiarazioni, eppure le ridirei tutte. Spero di aver aiutato il calcio in generale''.
''ERO JUVENTINO...'' - Tra tutte le polemiche, quella storica rimane il difficile rapporto con la Juventus per le ripetute accuse mosse di doping mosse da Zeman. Eppure il tecnico boemo rivela un aneddoto: ''Io sono juventino dalla nascita, nella mia famiglia si parlava solo di mio zio - precisa - Io ero nato nel '47, lui nel '47 giocava nella Juve, mi parlavano solo di lui. Quando ho capito qualche cosa di calcio, l'ho sempre seguito. Non ho mai smesso, conosco la storia e quello che si è fatto, poi oggi ci sono tante polemiche che ho contro la Juventus, ma io ce l'ho con i personaggi che stavano alla Juve, che è diverso. Mi dispiace che non siano venute fuori le intercettazioni perché si sarebbe capito cosa succedeva''. E proprio contro i bianconeri, ha lottato per la conquista dello scudetto nella stagione '94/95 quando allenava la Lazio: ''Siamo arrivati secondi con tanto distacco, ma la differenza era nelle due partite con la Juve, sei punti in piu' a noi e sei in meno a loro ed eravamo primi noi. Mi ricordo all'andata, vincevamo 1-0, poi ci fu l'espulsione di Cravero, per la regola del tocco di mano per cui si ammoniva, e invece e' stato espulso. Nella seconda partita c'eravamo sul piano del gioco ma non su quello del risultato, e alla fine e' quello che conta''.
IL RITORNO A ROMA - Dalla Lazio alla Roma, con il ritorno in giallorosso di due stagioni fa non è andato benissimo: ''L'ultimo anno di Roma è stato un anno strano, sono tornato perché convinto di poter dare qualche cosa e purtroppo dall'inizio sono nati problemi, non tanto con la squadra, ma di mentalità , su come andare avanti - racconta Zeman - Quindi si è sempre lavorato non nelle condizioni mentali giuste. Nonostante tutto, la Roma ha conquistato la finale di Coppa Italia, ha messo in vetrina giocatori come Marquinhos, Lamela e Osvaldo. Mi dispiace per i risultati perché sono convinto che la squadra, se c'era armonia e la stessa visione, poteva far bene come ora''.
IL PRESENTE A CAGLIARI - Roma comunque rappresenta il passato. Ora Zeman è concentrato sul Cagliari. Il tecnico boemo parla così dei primi mesi sulla panchina rossoblù: ''E' bello avere dietro la gente che ti sostiene, che vuole vedere qualche cosa. Daniele Conti l'ho ritrovato dopo tanti anni, è migliorato, come personalità , oggi è l'uomo più importante della squadra, anche quando non gioca. Con me alla Roma era un ragazzino, lo vedevano come figlio di Bruno e a lui pesava". Sul futuro: ''Io voglio lavorare - è lo Zeman pensiero - Poi non dipende da me. Fin quando i presidenti mi affidano le squadre io vado avanti, fisicamente sto in piedi e mi basta. La mia vittoria da allenatore è fare una squadra che sia apprezzata dalla gente e che dia emozioni, poi i risultati non sono sempre specchio di quello che si è visto sul campo. Posso perdere una partita 4-0 ed essere contento e viceversa''.
ELOGI A CONTE E GUARDIOLA - Per quanto riguarda i colleghi, Zeman spende belle parole per Conte e Guardiola. ''E' la partenza che mi avvicina a lui, quando io ero a Foggia e lui a Lecce ho tentato di farlo acquistare, poi non ci sono riuscito perché mio zio me l'ha rubato, anche su segnalazione mia l'ha portato alla Juve - rivela - Conte non si risparmiava, ha lavorato sempre, era un giocatore importante per la Juve e per la Nazionale. Ora che fa l'allenatore continua sul serio e fa diventare i giocatori com'era lui''. Per quanto riguarda il tecnico catalano, invece, dice: ''Pensavo che fosse troppo facile fare l'allenatore del Barcellona. Mi sono ricreduto quando è passato al Bayern Monaco. L'anno prima aveva vinto tutto e lui è riuscito a migliorarlo. Troppo bravo''.
I MIGLIORI GIOCATORI - Di giocatori Zeman ne ha avuti tanti e non si contano quanti ne abbia valorizzati. Non dev'essere stato facile, allora, elencare i più forti a sua disposizione: ''Totti han avuto sempre qualcosa di più, un pò come Rivera e Baggio. Nesta per lunghi anni è stato il miglior difensore centrale del mondo, giocava solo contro tutti. E poi c'è Signori, perchè nel Piacenza da mezz'ala e' diventato attaccante vero, ha vinto la classifica capocannonieri. Era sempre un giocherellone, quando hai fatto tanto e sei importante, vieni avvicinato da gente cattiva con altri fini. Lui ha dato sempre la sua disponibilità a tutti e l'ha data alla gente sbagliata''.