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Giulini: "Credo nella salvezza, ma sono avvelenato"

"Contro il Parma gara della vita"

La Redazione
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Il Presidente del Cagliari Tommaso Giulini è stato ospite della trasmissione Il Cagliari in Diretta, in onda su Videolina e Radiolina, dove ha parlato del momento difficile del suo club e dei programmi per il futuro.

Ecco le sue dichiarazioni:

"I ragazzi sono ad Asseminello dove oggi inizieranno il ritiro, poi si concentreranno sulla gara di sabato dove dovranno mettere in campo tutto ciò che non hanno messo nelle ultime 30 partite. Sarà la partita della vita, è una finalissima. Nella salvezza ci crediamo, a partire dalla vittoria di sabato sera, dobbiamo pensare gara dopo gara, è l'unico modo. Bisogna dare tutto, non c'è via d'uscita. Fino alla gara contro il Torino abbiamo fatto un percorso non buono, poi abbiamo cambiato allenatore e abbiamo vinto contro Bologna e Crotone, ma poi siamo ricaduti nei difetti del passato.

Più che delusione sono avvelenato, faccio fatica ad esprimere la rabbia che ho dentro. Avere campioni come Godin, Cragno, Nainggolan, Nandez ecc. non ci si aspettava questa situazione. A inizio anno si voleva fare qualcosa di diverso dall'anno scorso, eravamo consapevoli che sarebbe stato difficile ma volevamo fare meglio dell'anno scorso. Eravamo anche consci delle debolezze della rosa, ma un altro conto è trovarsi nella situazione in cui siamo ora.

Mi auguro che i giocatori abbiano la stessa rabbia che ho io. La fame, la rabbia e un po' di pazzia sono le armi che bisogna tirare fuori. Non contano le figurine né i soldi ma la voglia di salvare questo Cagliari, cosa che non ho visto contro la Juve e dopo quella partita ho parlato per sottolineare che non si era visti quello delle precedenti gare. Anche Spezia e Verona non sono state belle partite, ma faccio fatica a capire perché non siamo ancora una squadra a questo punto della stagione. Il tempo è finito ormai.

Motivi di questa situazione? In certi momenti non si è stati umili e ci vogliono valori diversi per salvarsi, ma ci sono state anche situazioni come l'infortunio di Rog che ha inciso tantissimo, poi c'è stato il periodo in cui gli uruguaiano sono tornati positivi dalla Nazionale, proprio quando avevamo trovato una quadra. Le cause sono innumerevoli. Non c'è rassegnazione perché al di là delle prestazioni c'è sempre stata una reazione, qui tutti ci credono ma non è tanto crederci o non crederci ma vincere sabato, conta solo questo.

Futuro? Non è da programmare non sapendo dove giochi l'anno prossimo, c'è da vincere sabato per restare in A, quello che sarà si programmerà. I calciatori importanti dovranno rimanere a seconda della categoria, ci saranno situazioni da valutare anche, ma non sono qui oggi per trattare scenari così. La società ha già dimostrato di sapere reagire dalla prima retrocessione, il nostro era un progetto che puntava a un qualcosa di importante per il Centanario, ma poi siamo entrati in un vortice nel quale tuttora siamo dentro. Bisona fare qualche riflessione da questo punto di vista. A fine stagione bisogna capire perché questa nostra programmazione non ha portato i risultati sperati e questo non è causa sicuramente del Covid.

Nelle ultime partite non siamo stati all'altezza delle prime gare con Semplici. Bisogna dare dignità ai nostri tifosi con i tre punti sabato, c'è poco da parlare. Ho sempre avuto la fortuna di camminare per Cagliari a testa alta e non mi va di provare un senso di vergogna. In queste otto partite non mi va di smontare tutto quello che ho fatto. Dobbiamo essere forti a non cercare alibi, stadi pieni o no, ma a prescindere da tutto non è normale trovarsi in questa situazione.

Rimpianto più grande? Volevo cambiare mister prima del Torino perché pensavo che quello potesse essere il momento giusto per una svolta, invece la decisione l'ho presa dopo la gara e non la settimana precedente. Questo è quello che vorrei rifare.

Analogie con la scorsa retrocessione? A parte il parallelismo Zeman Di Francesco per il bel gioco ne vedo poche, quella era una squadra giovane con qualcuno della vecchia guardia, lì probabilmente si era ringiovanito fin troppo. Noi quest'anno tra i giocatori per cui abbiamo speso molti milioni, e hanno mostrato le loro qualità, non penso che abbiamo sbagliato gli acquisti, abbiamo riconfermato quelli dell'anno precedente e abbiamo portato esperienza a gennaio.

Tradito da qualcuno? Dai singoli no, ma dalla squadra mi è capitato di avere questa sensazione. Tutti i calciatori vogliono la salvezza a tutti i costi, ma devono dimostrarlo in campo. La sensazione è che sono tutti avvelenati come me per come è girata la stagione. In questo momento è normale che i tifosi siano avvelenati più di me, qualsiasi considerazioni è frutto di questo. Per il regista ci sono diversi giocatori che l'hanno fatto come Nainggolan e Deiola, ma non è fondamentale.

Sapevamo che questa rosa avrebbe avuto qualche carenza, ma 22 punti in 30 partite nessuno se lo aspettava. Non credo alla sfortuna, solo credendoci fino all'ultimo possiamo uscirne. Penso che gran parte di questa rosa abbia performato sotto le aspettative, questo è il principale motivo per cui siamo qui oggi. Ma sono proprio i campioni che in questo momento devono trascinare i più giovani, questi sono i calciatori da cui mi aspetto la voglia di salvarsi.

Semplici per il futuro? Penso che l'allenatore abbia gli stessi meriti e demeriti della squadra, nel bene e nel male. Penso che in questo momento ci sia una simbiosi tra squadra e allenatore. In questo momento non voglio pianificare nessuno scenario, se ci salviamo ovviamente ripartiremo da lui.

Servono i fatti, conta il campo, poi i tifosi giudicheranno dopo sabato sera".

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