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Joao Pedro: “Vogliamo ricominciare e concludere la stagione, Nainggolan il nostro Rodman”

“Non ho altri pensieri oltre il Cagliari”

La Redazione
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Ospite di Sky Sport 24, Joao Pedro, attaccante del Cagliari, si è raccontato parlando dello strano periodo che stiamo attualmente vivendo a causa dell'emergenza Covid-19 e di alcuni gustosi aneddoti personali.

Ecco le sue parole, così come riportate da TMW:

“È un periodo difficile ma ho cercato di godermi la famiglia.

Fermato nel mezzo della mia stagione migliore? Un peccato, era una stagione che stava andando veramente bene, per me individualmente, e che sicuramente poteva andare ancora meglio. Però è un periodo buio per tutti, fa parte del gioco.

Fiducioso sulla ripresa? E magari sui 20 gol? Sì, la fiducia c’è, anche se non c’è niente di sicuro. Ho voglia di rientrare, ma sappiamo che la situazione non è semplice: serve responsabilità. Vogliamo ricominciare e finire la stagione.

Abbiamo fatto i test per ripartire a gruppi?
 Sì, lunedì abbiamo fatto i test, per fortuna tutti negativi. La società si sta muovendo bene, con tanta responsabilità: vogliamo riprendere nel modo giusto, per non avere problemi.

Persa la speranza di arrivare in alto? Non dico che ho perso la speranza, perché io forse mi aspettavo troppo da me stesso. A volte le cose non vanno come vuoi e ci ripensi, però ho sempre ritrovato la forza e la voglia di ripartire. Questa stagione l’ho programmata sin dal primo giorno, sin dall’ultima partita contro l’Udinese l’anno scorso. Ero arrabbiato, ma mi ero già messo in testa che questa stagione sarebbe stata la mia. 100 anni del Cagliari, 50 anni dallo scudetto: sapevo quanto sarebbe stata importante. E il Cagliari è casa mia, è l’unico modo che ho per spiegare quanto questo club sia importante.

Affinità con Nainggolan? La mia duttilità? Io vedo come una fortuna il fatto di poter coprire tanti ruoli. Magari hai meno identità, ma nel calcio moderno è una cosa positiva. Arrivando da dietro ho un po’ più di visione e credo che come caratteristiche la posizione di quest’anno sia perfetta. Con Radja ci siamo capiti sin dal primo giorno. Da prima punta ho imparato tanto, l’anno scorso giocavamo con due attaccanti fissi e ho cercato di migliorare su questo: non è facile, perché è un po’ come fare il portiere. Non vedi quasi mai la palla, ma quando arriva devi essere bravo nello sfruttare l’occasione.

Il Rodman del Cagliari? È dura. Però Radja è un bel personaggio, anche se non va a Las Vegas a giocare a poker.

La flessione di questa stagione? Siamo partiti fortissimo. E dicevamo tutti che un momento buio sarebbe arrivato: non siamo stati bravi e lucidi nell’aggredirlo. Abbiamo vissuto tanti episodi negativi e la squadra non ha ragionato più bene. Tutti noi abbiamo la nostra fetta di colpa, fino alla partita contro la Lazio, in cui avremmo anche meritato la vittoria, sembrava che dovevamo riprenderci e non ci siamo riusciti più. È un peccato perché siamo veramente forti, abbiamo tanti ottimi giocatori e l’abbiamo dimostrato. Però quando entri in una certa fase, se non sei bravo di testa, è difficile uscirne.

Mi sento più 9 o 10?
 Beh, il 10 è il mio ruolo originario. Però mi sto divertendo a fare il 9, se hai compagni bravi come me ti arrivano tante opportunità.

Mi piacerebbe un'altra esperienze? Ho cercato di non fare pensieri diversi, voglio vivere al massimo il presente. Nel calcio fai dei programmi, dei progetti, però basta mezza stagione per cambiare tutto. Sto pensando solo a qui e ora: si sta veramente bene, è un posto simile al Brasile e poi mia moglie è italiana. Credo che la cosa migliore sia sempre vivere il presente al massimo. 

Il gol al Milan al rientro dalla squalifica? Sì, pazzesco, per tutto quello che è successo. Tre minuti dopo sei mesi (il brasiliano veniva da una squalifica, ndr), un tiro brutto da vedere ma la palla doveva entrare: si vedeva che era il destino. Ma non mi piace rivederlo.

La Juve? Non ho altri pensieri oltre al Cagliari, come ho già detto. La Juve è una grande squadra, sicuramente, però il top per me è il Cagliari.

La ripresa? Sarà un altro campionato. Siamo stati due mesi chiusi in casa, non è semplice. Nel senso che, fisicamente, pensare di andare a giocare 90 minuti dopo tutto questo tempo, pur con un po’ di preparazione, tra l’altro non normale, sarà veramente difficile. Rimettersi in moto non è semplice per nessuno, sarà un campionato diverso, in cui potrà succedere di tutto. Se non stai bene psicologicamente puoi perdere tre partite e trovarti in una situazione peggiore, oppure puoi vincere e poi non fermarti più.

La mia opinione? Ho paura? Sì, un po’ di paura c’è sempre. La voglia di riprendere è grande, però con tanta responsabilità: è una situazione senza precedenti. Vogliamo tornare a giocare, riprendere nonostante tutte le difficoltà che ci saranno, con la testa però per poter tornare a giocare bene e poter pensare solo al campionato”. 

 

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