Damiano Tommasi, presidente dell'AIC, è intervenuto ai microfoni di Fanpage riguardo la situazione creatasi in Italia in seguito alla nuova positività di un discreto numero di atleti al Covid-19.
Ecco le sue parole, così come riportate da GianlucadiMarzio.com:
"L'uniformità dei comportamenti è l'unico fattore che garantisce la sicurezza. La gestione della positività di un calciatore non può essere diversa da quella che riguarda altri ambiti del paese. Ci saranno dei protocolli, in questo senso, che dovranno essere confermati da chi ci autorizzerà a tornare a fare l’attività. Questo però ce lo dovranno dire i medici. È stato fatto uno screening pre-allenamento come giusto che sia in questo momento, e i positivi verranno isolati.
Sappiamo che non tutte le squadre hanno fatto già i test, per problemi logistici. Al di là dei nuovi casi, è la prolungata positività di alcuni calciatori, andati oltre le tre settimane, ad aumentare il livello di preoccupazione. Stiamo parlando di persone come le altre. Sono timori legittimi specialmente nei riguardi dei familiari. Sappiamo che è un sentimento condiviso a livello europeo, ci confrontiamo ogni settimana con gli altri sindacati dei calciatori. L’attenzione a questo tema è inevitabile e credo sia anche il motivo per cui non si sta giocando a calcio. I governi non autorizzano questo tipo di attività perché sono a rischio. Le valutazioni nel caso del calcio sono più ampie per il grande indotto e l’elevato numero di lavoratori e famiglie che coinvolge. C’è da capire quanto questi rischi siano calcolabili”.