Radja Nainggolan è stato protagonista, sul profilo Instagram del Cagliari Calcio, di un divertente siparietto in compagnia di Eleonora Boi durante il quale ha parlato di diversi argomenti, partendo ovviamente dalla reclusione forzata causata dall'emergenza Coronavirus.
Ecco le sue parole:
“Vivo sereno la reclusione. Aspettiamo notizie nuove per riprendere a giocare, siamo qua in attesa.
Col gruppo giochiamo soprattutto alla play perché stare a casa non è un’ abitudine, facciamo 4 risate. Poi si pensa al prossimo giorno. C’è chi pulisce casa 4 volte al giorno.
Cucinare? no ho fatto una torta con mia figlia. Mi sono divertito, era mangiabile.
Musica? Sì ho una playlist, ogni tanto la accendiamo per fare un po’ di casino. SI gioca alla play, si guarda la tv, ho perso anche la cognizione del tempo.
A che ora vado a dormire? Non si può dire.
Gli ex compagni nella diretta? Ho mantenuto un buon rapporto con tutti.
Le lingue? Parlo l’inglese, penso che sia una lingua che tutti debbano parlare. Le mie figlie andavano alla scuola internazionale,ù perché volevo parlassero inglese,. COn loro parlo italiano ma volevo che parlassero l’inglese.
Il sardo? Lo capisco un po’ ma non lo parlo.
Che bambino ero? Ho conosciuto tante difficoltà, vivo la giornata aiutando le persone che sono da aiutare. Ero una testa calda, sto maturando. Beh ora ho anche 32 anni.
I tatuaggi? Sai quanti ne ho coperti? I primi che ho fatto tanto per provare li ho fatti sparire.
Una volta mi hanno scambiato per un terrorista? Sì, una volta in Belgio. Stavo in questo albergo con un amico, avevamo appuntamento per uscire. Prima di uscire ci ha fermato la polizia, poi mi hanno riconosciuto e hanno chiesto una foto. Ho tanti amici di tante nazionalità e questo li aveva insospettiti.
La cresta bionda? Avevo detto che dopo i 30 anni non l‘avrei più fatta. Poi all’Inter è tornata un attimo e poi l’ho eliminata. In quel periodo mi piaceva farla perché era il taglio dei giovani, ti fa sentire vicino ai giovani.
3 centrocampisti forti? Modric per la tipologia di gioco, sa fare tutto bene. Poi un giocatore con cui ho avuto difficoltà è stato Seedorf. Io ho giocato con tanti giocatori forti: Strootman era fenomenale, De Rossi straordinario, Pjanic ha tanta qualità. Barella sta dimostrando di essere da grande squadra già alla sua età. Dico De Rossi, Strootman, Pjanic.
Il gol alla Spal? Non è mai stato importante il gol ma quello è stato molto bello, l’esecuzione è stata perfetta. Mi hanno mandato una statistica che dice che sono quello che ha fatto più gol da fuori, è uno dei miei punti forti. Però per me è più importante la squadra.
In quale percentuale mi sento sardo? Sono molto legato alla sardegna perché ho iniziato qui la mia carriera in A. Sono tornato per un anno importante anche se i risultati ultimamente non erano buoni. Mancano 13 partite, vediamo dove possiamo arrivare perché ancora è lunga. Poi qui sono rimasto in buonissimi rapporti con tutti, anche se qualcuno ogni tanto scrive che sfascio gli spogliatoi ma sono tutte cavolate.
Dove mi piacerebbe andare? Ho viaggiato tanto, non saprei.
Dove vorrei tornare? New York, la città secondo me più reale del mondo. E’ viva 24 ore al giorno, è proprio un altro mondo.
Similitudini tra New York e Milano? Un po’ ma io intendo che è proprio un’altra cultura.
Ho cenato? Devo fare ora la carne alla brace, so fare solo quella (ride n.d.r.)
Allenamento? Ci hanno dato delle biciclette per tenerci in forma. Per me non è il massimo ma dobbiamo accontentarci. Io a casa non facevo mai nulla, ora sono obbligato (ride n.d.r.)
Stare a casa? Per forza, anche se è difficile. Anche io sono sempre stato uno a cui piace vivere la vita quotidiana. Ora però bisogna stare a casa per tornare ad uscire il prima possibile.
Ho sempre detto che avrei voluto ritirarmi a 34 35 anni ma la reclusione mi ha convinto che non potrei stare sempre a casa. Ora vorrei giocare sino a 50 anni.
Che farò appena finisce tutto? Una bella serata come quelle di una volta”.