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Srna: "Grazie Giulini, il Cagliari mi ha fortemente voluto"

"Barella in pochi anni leader Nazionale, qui sto benissimo"

La Redazione
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Il difensore del Cagliari, Darijo Srna, è stato intervistato stamani da "La Gazzetta Dello Sport".

Tanti i temi affrontati dal 33 rossoblu: dal periodo duro della squalifica per doping al presente chiamato Cagliari, passando per la sfida contro la Juventus.

Ecco alcuni passaggi fondamentali delle dichiarazioni del terzino croato:

"Doping? sono innocente. E infatti ho avuto la pena minima, 17 mesi, fossi stato davvero colpevole avrei avuto una squalifica molto più lunga. Poi è arrivato il presidente Giulini, che mi ha voluto come sono. Gli amici mi dicono, Darijo, ma ti rendi conto che la gente paga per vivere in Sardegna e invece ti pagano per stare lì?“.

Verso la Juve

"Credo che i bianconeri abbiano il passo per vincere la Champions, e di certo il campionato. Non c’è solo Ronaldo, ma tanti altri giocatori chiave: Chiellini è il numero uno in Italia. Il ritiro di Mario dalla Nazionale? Ha raggiunto il massimo, che cosa potrebbe ottenere più di una finale mondiale? Lascia al top e si dedica alla sua carriera nel club più forte. Giocherò contro degli amici, ma siamo professionisti. E poi lo faccio da tutta la vita”.

Perché Cagliari

“Perché ho scelto il Cagliari? È l’unico club che mi ha veramente voluto. Ma poi uno deve andare dove gli dicono il cuore e la testa. Prima di decidere ho preso informazioni. Giovanni e Giacomo Branchini, che non sono i miei agenti, ma amici, mi hanno parlato dell’ambiente, poi mi ha chiamato Pavoletti, che mi piace molto”.

I compagni di squadra

“Pavo ama scherzare, come me, ed è un grande attaccante: non mi permetto di entrare nel mestiere di Mancini, ma meriterebbe una chance in Nazionale. Vi manca il bomber? Eccolo. E Barella in un paio d’anni diventerà il leader degli azzurri”.

E tra passato e futuro, c'è il presente

"E ora mi trovo in quest’isola piena di luce, con un pubblico splendido. Negli ultimi anni passati in esilio lo Shakhtar giocava nel deserto: quando entro in campo e vedo lo stadio pieno mi si allarga il cuore. Mi sembra di tornare indietro di dieci anni”.

 

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