Il portiere del Cagliari, Simone Aresti, si è presentato nel pomeriggio alla stampa in occasione del suo ritorno in rossoblù.
Ecco le sue parole (così come riporta il sito della società isolana):
"Da quando me ne sono andato, rientrare è stato il mio obiettivo e il mio sogno. L’idea di tornare è stata uno stimolo a fare bene durante tutti questi anni. Non vedevo l’ora: è bastato un incontro col presidente Giulini e il DS Carli per sancire il mio ritorno.
Quando il tecnico dell’epoca, Giampaolo, mi disse che avrei debuttato in prima squadra, non dormii la notte, arrivai alla partita distrutto. Non ero pronto per la Serie A. Torno a Cagliari nel momento giusto: i miei 32 anni da portiere equivalgono a 27 di un attaccante, ho davanti a me almeno altri 7 anni di carriera.
Andare fuori, giocare 230 partite da professionista, vincere due campionati, mi ha reso un portiere migliore, più maturo. Ho fatto esperienza, sono pronto per questa nuova avventura. Gli anni più importanti? Quelli di Terni e Pescara.
In Abruzzo il primo anno siamo arrivati alla finale play-off, il secondo siamo saliti. Mi dispiace solo di essermi infortunato sul più bello, quando ero il titolare.
Le gerarchie per il ruolo di portiere? So bene di partire come terzo dopo Cragno e Rafael. Ho davanti uno dei migliori giovani portieri italiani e un altro con alle spalle oltre 300 da professionista. In allenamento mi accorgo di essere indietro rispetto a loro, ma voglio lavorare duramente per ridurre il gap e poter dare una mano alla squadra, in campo e fuori.
L'esperienza all'Olbia? All’inizio scendere di categoria è stata dura, ma poi abbiamo fatto un ottimo campionato. Olbia è una mosca bianca nell’ambito della Serie C, una delle poche piazze dove fanno giocare i giovani e non si fa il salto più lungo della gamba.
Hanno tanti ragazzi interessanti, provenienti dal vivaio del Cagliari: con questo progetto tra un paio di anni possono ambire a qualcosa di importante.
La Sardegna Arena? Ci ho giocato in un’amichevole di fine anno e sono rimasto a bocca aperta: è uno stadio bellissimo, quando entri in campo senti il pubblico vicinissimo, da brivido. Non riesco ad immaginare come sarà col nuovo stadio.
I miei modelli? Mi è capitato di segnare un paio di gol in passato, ma ora è un po' che non succede, spero di sbloccarmi presto! A parte gli scherzi, ho diversi modelli di portiere che mi piacciono: Handanovic, Marchetti, col quale ho potuto allenarmi agli inizi della carriera, Alisson: prendo spunti un po' da tutti, è l’unico modo per migliorare”.