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Silva: "Cagliari la mia città. Mazzone bravo, Ventura no: insultavo gli arbitri in sardo"

"Napoli che tristezza, ma ho ancora negli occhi la felicità dei tifosi nel giorno della promozione"

La Redazione
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"Sono tornato nella mia città", così Dario Silva che dopo 22 anni ritorna a Cagliari.

Dall'Espanyol al Malaga in coppia con Dely Valdes

"Ci chiamavano la Doble D, eravamo una macchina da gol, più di ottanta in un centinaio di partite". Racconta ai microfoni de L'Unione Sarda.

Il rapporto con gli arbitri all'estero

"Li insultavo in sardo".

L'incidente, gamba amputata

"Quando mi resi conto di ciò che era successo pensai che non sarei riuscito a sopravvivere in quello stato. Ma dopo un quarto d'ora avevo già cambiato idea".

Mazzone e Ventura

"Sì, bravo anche Mazzone, grande personalità. Ventura, invece no. Con lui, in serie B, avevamo un'ottima squadra ma giocavamo un brutto calcio. Ho visto che il tempo, alla lunga, mi ha dato ragione. Dopo la promozione dissi chiaramente a Cellino che non sarei rimasto con lo stesso allenatore. Ci siamo lasciati un po' bruscamente, anche se al presidente sarò sempre grato per avermi portato al Cagliari".

Gli anni in rossoblù

"Tre stagioni, un'altalena di risultati, momenti completamente diversi l'uno dall'altro. Ma la squadra è rimasta sempre unita. Che tristezza, al ritorno da Napoli, quando siamo retrocessi in serie B. Al contrario, ho ancora negli occhi la felicità dei tifosi quando, l'anno successivo, abbiamo conquistato la promozione. Ricordo tutti e con tanti di loro ho trascorso giornate bellissime anche fuori dal campo. Con Roberto Muzzi e Marco Sanna continuiamo a sentirci: certe amicizie non finiscono mai".

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