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Zeman: "Chiamatemi maestro, non allenatore"

"Il calcio resta il mio sogno fin da bambino"

La Redazione
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“Le origini ti segnano, da piccolo dalla mia finestra vedevo un campo di calcio e mi affascinava osservare i movimenti, anche se mi appassionava ogni sport, il calcio resta il sogno di ogni bambino, che per strada calcia anche le pietre”. Parole dell'ex tecnico del Cagliari Zdenek Zeman ai microfoni di Rai 2 nelle dichiarazioni riportate da zemaniano.com.

Sulla Juventus

“Quando sollevai lo scandalo doping, Agnelli sosteneva che anche io gli dovevo una certa riconoscenza per aver salvato mio zio Čestmír Vycpálek dal regime comunista, ma se non fosse stato il miglior talento calcistico ceco non l’avrebbero preso, gli serviva, ma spesso ognuno se la racconta come vuole. In generale penso che lo spirito dello sport è la meritocrazia e se cerchi di aiutarti con metodi illegali sei contrario a quello spirito, io speravo di migliorare il calcio italiano”.

Il maestro

“Per me la parola allenatore non significa niente, preferisco essere chiamato maestro, migliorare le persone sportivamente e personalmente è quello che più mi gratifica, specialmente con i giovani a cui è più facile insegnare qualcosa. Per il mio lavoro la sconfitta è più utile per spiegare qualcosa, ci sono più cose da dire e da analizzare, dopo una vittoria si sentono tutti più bravi. Ho sempre preferito la prestazione al risultato ho sempre detto – << Il risultato è occasionale, la prestazione no>> – perché se giochi bene è più facile vincere, non sempre succede ma di base dovrebbe essere così”

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