L’ex portiere del Cagliari, Enrico “Ricky” Albertosi, intervistato dal canale Youtube del sodalizio isolano, racconta il mondo rossoblù dalla sua prospettiva.
Ecco le sue dichiarazioni:
“Asseminello è veramente una cosa meravigliosa. Io mi sono allenato a Milanello per tanti anni, ma questo centro è molto superiore a quello del Milan. Io sono veramente rimasto sorpreso, non mi aspettavo un’organizzazione del genere e dei campi meravigliosi come questi che ci sono adesso.
Ultimamente il Cagliari sta giocando bene. L’ho visto anche a Udine, ha giocato bene: non a caso poi ha vinto la partita, ha vinto due partite di seguito (una in casa e una in trasferta) ed effettivamente si è tirato un po’ fuori dalla lotta.
Tuttavia, non deve demordere: ci sono tantissime squadre che anche loro sono attrezzate per non retrocedere, ma io credo che il Cagliari possa tranquillamente salvarsi con la rosa che ha a disposizione e con i mezzi che ho visto qui.
È impensabile che il Cagliari possa retrocedere con un organico così. Io avevo anticipato di 30 anni il gioco del portiere di oggi. Io giocavo sempre fuori dai pali, mi piaceva giocare coi piedi: nelle partitelle mi piaceva sempre giocare all’attacco, non giocavo mai in porta perché mi piaceva.
Quando soprattutto qualche volta prendevo qualche gol, perché magari arrivavo in ritardo nell’uscita su ¾ di campo, pubblico e giornalisti davano giustamente la colpa a me, però non si accorgevano quando salvavo un gol perché ero fuori dalla porta o perché arrivavo su un avversario prima di lui.
Il portiere è un ruolo delicatissimo: se sbagli, non c’è nessuno dietro che ti protegge, mentre un difensore ha sempre qualcuno dietro che lo protegge in caso di errore. In campo, davo la colpa al primo che mi capitava: io sapevo onestamente di aver sbagliato, però non volevo dimostrare agli avversari o al pubblico di aver errato.
Io subito mi ero rivisto in Perin per il suo essere spericolato: ora, però, lo è di meno. Però – ribadisco – il ruolo del portiere di oggi è molto più difficile di una volta”.