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Pisacane: "Siamo un gruppo sano, a Napoli serve la gara perfetta"

"Il modulo? Sono solo numeri: in campo conta lo spirito"

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Fabio Pisacane si racconta. Intervistato dal programma di Radiolina, "Il Cagliari In Diretta", il difensore napoletano analizza il mondo rossoblù.

Ecco le sue dichiarazioni:

"La squalifica? Penso che sia normale l’incazzatura. Ci tenevo tantissimo a giocare questa partita ma è andata così. È la mia prima espulsione della mia carriera. Quando ho visto il rosso, mi sono passate tutta una serie di cose per la testa ed è successo. Quell’arbitro non mi ha portato bene in passato. Nella partita col Sassuolo, la palla non è voluta entrare e nemmeno alle due di notte non saremo riusciti a segnare, mentre al Chievo è andata male e finita peggio.

Il Genoa? È stata il trampolino di lancio della mia carriera, non avevo la testa di oggi, ero più irruento ed istintivo: quando ho capito che dovevo cambiare atteggiamento poi ci sono riuscito. Il 25? È il giorno di nascita di mia mamma, nel mese di ottobre. Al Lumezzane è successo il fatto del calcioscommesse, poi sono andato alla Ternana e ho vinto un campionato e mi sono rotto il ginocchio. Prima del Lumezzane, avevo fatto un’esperienza ad Ancona.

Il numero 6 a Terni? In C il difensore erano il 5 e il 6 e mi fu assegnato quello. Il trio del Napoli? Per affrontare campioni del genere, bisogna augurarsi un calo psicologico: dobbiamo triplicare le forze per chiuderli. Andreolli e Romagna? Due ottimi giocatori. Filippo è un ottimo prospetto, è un ragazzo che se è arrivato alla juve e in Nazionale non è frutto del caso.

Onofri? Un giorno gli dissi che ero pronto e lui non mi credeva, poi sono ripartito. Lo ringrazierò sempre insieme al mister delle giovanili di allora al Genoa, ovvero Corradi. La partita di Napoli? E' una partita difficile. Il mio modello? Cannavaro e Cordoba: sono i giocatori che mi hanno dato una spinta importante. Nei posti in cui sono stato, ho sempre lasciato buoni ricordi. Avellino e Genoa erano posti in cui mi sono fermato a lungo.

Il Boca? A livello di calcio di strada, mi identifico negli argentini. La passione per loro nasce da bambino. Una volta giocando in piazza nacque quasi casualmente la passione per il Boca, perché c’era Batistuta che giocava. Mi piacerebbe portare alla Bombonera i miei figli.

Le due sconfitte? A noi è dispiaciuto tantissimo e non ne volevamo perdere nemmeno una in casa. Questo è un gruppo sano e il presidente ci ha fatto un lungo discorso. Il modulo? Sono solo numeri: conta lo spirito che metti in campo, tante cose possono non funzionare. Come ho detto, dobbiamo triplicare le forze. La squadra è formata da 25 elementi validi e il Cagliari se la può giocare tranquillamente.

I tre anni a Cagliari? C’è sempre da imparare, in campo come nella vita. È il mio motto. Cagliari è un punto d’arrivo e non di partenza. A me interessa l’aspetto umano oltre a quello da calciatore. Non mi reputo un santo o un cattivo ragazzo: ho anche io dei pregi o dei difetti come tutti.

Pavoletti e Van der Wiel? Sono due ragazzi straordinari e il curriculum parla per loro. Gli apache? Nasce dal mio intento di non mollare mai. Rastelli e il mio ritorno a centrale? Non vedevo l’ora di giocarmi le mie carte nel mio ruolo. Da terzino posso colmare una partita o due, io sono un marcatore. È stata la settimana più bella della mia esperienza a Cagliari.

L’imitazione di Pizzul? Ero a Lumezzane, il video lo fece Davide Nicola, ora tecnico del Crotone (era mio compagno di squadra all’epoca): lo feci anche a Cagliari, ma alle riprese c’era Borriello. Amo la radio: non vedevo l’ora che arrivasse Tutto Il Calcio Minuto per Minuto. L’imitazione di Vittorio Sanna? Non ci ho ancora provato. Il gol al Milan? Ho tutto nella mente di quel giorno.

Ora sono ambasciatore Telethon e sono orgoglioso di poterlo essere. Sono stato fortunato a essere tornato a giocare, ma ci sono persone che hanno situazioni molto complicate e tragiche.

Il premio più apprezzato che ho ricevuto? Quello del “The Guardian” ha significato molto per me, mi ha reso orgoglioso, ma in generale tutti i premi ricevuti hanno un valore fondamentale, non riesco a fare una classifica".

 

 

 

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