"Sono a Cagliari già 10 mesi? Per me è stato un periodo molto positivo. L'obiettivo iniziale era quello di salvare la squadra e adesso stiamo lavorando per ottenere il miglior piazzamento in campionato. Non potevo fare scelta migliore. Al mio arrivo a Cagliari sapevo che avrei giocato per un club storico della serie A, ma che veniva dalla serie B e quindi non sarebbe stato facile ottenere i nostri obiettivi. Ma la vita è fatta di sfide e per me accettare Cagliari è stata una sfida: il primo anno è andato molto bene, il secondo sarà anche meglio". Così Bruno Alves ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.
Il rapporto con la città e con i tifosi
"Di Cagliari mi paice tutto. Adoro il clima, le spiagge, amo il modo in cui i tifosi del Cagliari mi caricano e mi fano sentire il loro affetto. Mi hanno fatto sentire uno di loro fin dal primo giorno, quando mi hanno accolto in aeroporto e le cosa si è ripetuta in ogni singola partita. Mi danno una grandissima carica, emozioni speciali.
Il Poetto
"Sì, il Poetto: amazing. E' la parte di Cagliari che più mi ricorda il mio passato e la mia citta Natale, Varzim. Mi piace andare in spiaggia con la mia famiglia, è un posto stupendo per passare il tempo libero".
Uno sguaro al futuro
"Quando sono arrivato qui il mio obiettivo era di imparare e di conoscere il calcio di una grande Nazione come l'Italia. La serie A e il Cagliari mi sono piaciuti tantissimo, mi sono innamorato di questo torneo. Il resto dipende dal presidente. Io ho ancora un anno di contratto e mi impegnerò al massimo, poi vedremo cosa mi riserverà il futuro. Dopo il calcio mi vedo in famiglia a lavorare con miei figli, a insegnargli tutto ciò che ho imparato dal calcio. E' molto importante seguirli da vicino nella loro crescita e dedicargli tempo. Poi starò vicino ai miei parenti, miei fratelli e i miei amici. Mi godrò a mia famiglia".