Avramov: 6. Inizia maluccio, non uscendo in occasione del gol di Gastaldello sugli sviluppi di un corner causato da una sua stessa uscita bassa non precisissima. Poi si riprende salvando il risultato su Okaka prima e soprattutto su Gabbiadini, trovatosi a tu per tu col buon Vlada.
Perico: 5,5. Si perde e si fa scavalcare spesso dalle sortite offensive del non irresistibile Regini e da Eder. Si propone poco nel primo tempo ed è impreciso sui cross. Chiude in crescendo – come tutto il Cagliari – ma non basta.
Rossettini 6. Partita attenta del centrale rossoblù, senza infamia né lode. Fa il suo dovere, non commette particolari errori e si fa sempre trovare puntuale e ben posizionato.
Astori: 5,5. Più disattento del solito, poco reattivo: sul gol si lascia scappar via alle spalle l’autore del gol Gastaldello. Impreciso nei lanci, nel secondo tempo si innervosisce fin troppo, protestando e beccandosi pure il cartellino giallo.
Murru: 6. Controlla tutto sommato bene un cattivo cliente come Gabbiadini, il quale quasi mai riesce a liberare tutto il suo sinistro micidiale. A metà partita Lopez gli chiede di avanzare di venti metri e lui puntuale obbedisce alle direttive, pur senza particolari risultati.
Conti: 6,5. Nel primo tempo fa il solito lavoro sporco, poi nella seconda frazione prende per mano un Cagliari generoso: pressa a tutto campo, non toglie mai la gamba ed è l’ultimo ad arrendersi. Si permette pure qualche numero d’alta scuola in mezzo al campo.
Ekdal: 6. Nel primo tempo è tra i migliori grazie alla sua corsa e ai suoi puntuali inserimenti in avanti. Con un colpo di tacco delizioso in area porta Sau vicinissimo al gol, e in più recupera la solita mole di palloni. Nel secondo tempo, però, si spegne a poco a poco, fino alla sostituzione (dal 30’ s.t. Adryan: 6. Entra bene in partita, muovendosi con intelligenza e rendendosi autore di un bell’assist per Sau. Non ha tanto tempo per mettersi in mostra, ma il ragazzo c’è dal punto di vista della personalità ).
Vecino: 5,5. Non un esordio positivissimo per il centrocampista uruguagio: inizialmente troppo preoccupato di contenere, si propone poco e sbaglia diversi passaggi, anche semplici. È lento e macchinoso. Chiude anch’egli in crescendo e arriva al tiro, ma in generale la prova non è sufficiente (dal 46’ s.t. Ibraimi: SV).
Cabrera: 5. La buona prova con la Fiorentina aveva fatto ben sperare, ma il trequartista compatriota del mister Lopez incappa nuovamente in una prestazione insufficiente: lento sia di gambe che di pensiero, rallenta l’azione e non dà mai la scossa. Spesso è anche impreciso nei passaggi (dall’11 s.t. Cossu: 6. Entra per dare maggior vivacità in avanti. Inizialmente ci riesce mettendo qualche palla in mezzo, poi si perde tra le fitte maglie della retroguardia blucerchiata).
Sau: 6,5. È una costante spina nel fianco per la difesa della Samp. È il più pericoloso dei rossoblù: pronti via va subito vicino al gol, poi gliene viene annullato uno regolare messo a segno con una splendida girata. Anche nel secondo tempo ci prova in più di un’occasione; reclama pure un rigore che, tra l’altro, ci stava tutto.
Nenè: 6. Nel primo tempo è avulso dal gioco rossoblù e raramente è puntuale nei movimenti, pur rendendosi utile come al solito con le sponde di testa. Nella seconda parte sale di livello così come tutta la squadra, avendo l’occasione più ghiotta per pareggiare con un diagonale di sinistro. Parzialmente giustificato dato che rientrava da un lungo infortunio.
Chi sale: il solito, grande Capitano. Daniele Conti è l’immenso guerriero che si prende sulle spalle la squadra nei momenti difficili: cerca di trascinarla al pareggio, un tentativo purtroppo non andato a buon fine. Molto positiva poi è la reazione della squadra, che nel secondo tempo assedia la Samp con un prolungato possesso palla.
Chi scende: i due uruguagi Vecino e Cabrera incappano in una prestazione insufficiente. Entrambi timidi e imprecisi, ma l’ex giocatore viola è parzialmente scusato data che la condizione di neo-arrivato. Astori, invece, è più nervoso e distratto del solito. Infine, permettetecelo, una menzione per gli autori delle prove più insufficienti in campo: i sei della terna arbitrale.